Dettagli Recensione
troppi fili da seguire
Ho letto tutti i romanzi della Morton, devo dire che mi piacciono molto, motivo per cui avevo grandi aspettative anche per questo. Stavolta però mi ha un po' deluso.
La storia comincia ai giorni nostri quando una ragazza, che di lavoro fa l'archivista, un giorno trova una borsa contenente una foto di una bellissima ragazza e un album con degli schizzi. Sfogliandolo, la ragazza sente subito un legame con uno dei disegni raffigurante una casa molto particolare, protagonista delle storie che le raccontava sua madre quando era piccola. Decide così di scoprire qualcosa in più sia sulla ragazza che sulla casa, anche se questo potrebbe rivelarsi doloroso per lei. Da questo punto in poi del romanzo iniziano dunque a intrecciarsi le storie di vari personaggi che nel corso dei secoli hanno avuto a che fare con questa maestosa ma altrettanto misteriosa casa sulle sponde del Tamigi. Il discorso però è che spesso questi personaggi sono slegati gli uni dagli altri, non hanno niente in comune fra di loro se non la casa e colei da cui è abitata. Questo però soprattutto inizialmente crea un po' di confusione nel lettore, si perde un po' il filo e, almeno secondo me, troppi personaggi e storie che vengono raccontate con molti dettagli, ma che poi vengono interrotte per passare al filone successivo senza sapere come vanno a finire, mi hanno lasciato un po' interdetta. In poche parole secondo me in questo caso è stata messa troppa carne al fuoco, e il risultato non è dei migliori, sarebbe stato meglio concentrarsi su meno storie e raccontarle fino in fondo.
Il finale mi ha in parte stupito, c'è stato un risvolto che proprio non mi aspettavo, ma tutte le storie che rimangono aperte mi lasciano un che di incompiuto. Come tutti i libri della Morton poi lascia una scia di nostalgia e tristezza che è difficile scrollarsi di dosso, per la serie come sarebbe potuta andare se le cose avessero preso una piega diversa e quanto a volte sia crudele il destino.