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Cem tra Edipo e Sohrab
Cem è un ragazzo di 17 anni quando si reca ad Öngören come apprendista di Mahmut Usta per la costruzione di un pozzo. Il giovane è stato costretto a lavorare durante l'estate per guadagnarsi un po' di soldi dopo che il padre ha abbandonato lui e la madre, lasciando una ferita profonda nella sua psiche, che va ben al di là delle momentanee ristrettezze economiche. In realtà Cem aveva già iniziato a lavorare come aiutante in una libreria ed il suo sogno per il futuro era quello di diventare scrittore. In quella mitica estate il giovane impara a scavare pozzi, si sente incredibilmente attratto da quella profondità che scende nelle viscere della Terra: la preferisce addirittura al cielo stellato. Nello stesso tempo ne ha paura.
«Il cielo era blu, ma il luccichio delle stelle sembrava aver colorato il mondo di arancione. E io, come seduto su una gigantesca arancia sospesa nello spazio, cercavo invano di addormentarmi nell'oscurità. Anziché levarmi fino al cielo per raggiungere le stelle luccicanti, fantasticavo di penetrare il suolo sul quale ci eravamo sistemati. Ma era giusto?»
Il mastro cavapozzi Mahmut Usta prende subito in simpatia Cem e fra loro si instaura un rapporto che ricorda una relazione padre-figlio: il protagonista ha però sentimenti contrastanti nei confronti del suo vero padre e di conseguenza anche nei confronti di Mahmut Usta. Ad Öngören inoltre Cem si innamora per la prima volta: si tratta di una donna più grande di lui, che fa l'attrice nella compagnia itinerante che si trova nel paese per l'estate. La donna sembra riconoscerlo: cosa potrà mai nascondersi dietro il suo sorriso beffardo ed enigmatico?
Mentre all'inizio la narrazione scorre lentamente e sembra che non succeda niente, improvvisamente la storia ha una svolta, gli eventi si susseguono incalzanti: dopo quell'estate Cem abbandonerà per sempre il sogno di diventare scrittore.
“La donna dai capelli rossi”, romanzo del premio Nobel turco Orhan Pamuk vuole indagare e far riflettere sul rapporto padre-figlio, un tema certamente non nuovo in letteratura. Pamuk infatti ripercorre famosi miti ed antiche favole dell'immaginario collettivo sia occidentale che orientale e li attualizza nella vicenda del protagonista del suo scritto. Attraverso la storia di Cem, che si intreccia alla storia di Edipo e a quella di Sohrab, Pamuk ci porta in luoghi scomodi e spesso nascosti della nostra anima, da esplorare con molta attenzione perché ci procurano fastidio.
Si tratta di un romanzo fortemente simbolico, volutamente psicanalitico. Molto suggestivo il collegamento con la letteratura antica, con l' “Edipo re” di Sofocle e con “Il libro dei re” di Firdusi. Una lettura molto affascinante, forse solo un pochino troppo smascherata l'intenzione di fare alta letteratura da parte dell'autore.
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Un caro saluto,
Chiara
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Di Pamuk, finora, ho letto soltanto un romanzo, "Il museo dell'innocenza", che ricordo come una buona lettura anche se non mancava di offrire alcune parti decisamente lente.