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Infinite Jest
 
Infinite Jest 2019-07-21 22:07:55 ferrucciodemagistris
Voto medio 
 
4.0
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
4.0
ferrucciodemagistris Opinione inserita da ferrucciodemagistris    22 Luglio, 2019
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Espressionismo astratto

Avete presente un romanzo brillante o d’azione con una trama ben articolata, personaggi descritti in maniera dettagliata e ambientazioni allo stesso tempo misteriose e affascinanti? Oppure un bel thriller con scenari oscuri e pieno di intrighi il cui finale è al di là della nostra prima impressione? Ecco “Infinite jest” non appartiene minimamente a questi due generi.

Immaginate ora di trovarvi davanti a un labirinto; pareti alte di gomma grigio zermat, terreno scosceso, cielo visibile a tratti con colori cangianti dal rosso cupo al piombo, una sola entrata apparente che si dirama in altre innumerevoli sentieri angusti senza percezione di via d’uscita; ecco, questo può dare una certa idea nell’approccio e nella successiva lettura del mastodontico, massimalista e surreale “Infinite jest”.

Nell’affrontare la lettura la prima impressione è lo stile sui generis, l’impossibilità di avere una cronologia, il susseguirsi di storie e accadimenti che appaiono non correlati tra loro come in un coacervo in cui tutto è mescolato in maniera casuale con un lessico fuori dalle righe, una non narrazione che sfugge ai normali stereotipi, dove si deve avere un po’ di coraggio intellettuale e una forte fiducia nell’autore affinché si continui la lettura. Percorrendo i vari sentieri del labirinto, a volte si rimane senza fiato perché è come se si volesse trovare un altro ramo di sentiero che possa in qualche modo ricollegarsi a tutta la struttura; poi con determinazione si va avanti, niente panico, e si riesce a intravvedere un barlume che conduce a un significato meramente soggettivo di ciò che Wallace vuole che il lettore possa recepire.

Le argomentazioni, in un clima surreale e parossistico, sono molteplici: dai vari tipi di dipendenza dell’essere umano da tutto ciò che poi diventa routine, dall’abuso di sostanze psicoattive alla dipendenza dall’alcool, dall’abuso sessuale in varie accezioni alla competizione estrema. Un timballo ben amalgamato di situazioni che sconfinano in mondi paralleli dove il modo di pensare e le attività sono oltre l’orizzonte della nostra immaginazione.

Un romanzo che si insinua in maniera subdola nel nostro Es rendendo la piacevolezza inferiore alla curiosità innovativa e allo stile che sconvolge. D’altro canto la trama, qualora possibile chiamarla così e della quale non accenno minimamente poiché facilmente reperibile sul web, nel suo complesso ha una direzione ma non propone un finale certo, sicuro, senza fronzoli; lascia il lettore con forti dubbi su cosa possa aver provocato certe situazioni irreversibili.

Come già detto, sia i molteplici personaggi protagonisti sia le variegate situazioni temporali si possono considerare come una sfida alla nostra pazienza al fine di ottenere una soggettiva risultanza.

Ho voluto con questa mia opinione descrivere le sensazioni interiori che il romanzo ha prodotto in me e per le quali mi sento soddisfatto e contento di aver avuto pazienza e determinazione che mi hanno consentito di non abbandonarlo.

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Commenti

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Che gran libro che è "Infinite jest"! Il mio desiderio di lettore è quello di potermi un giorno imbattere ancora una volta, una sola volta (lo giuro!), in un nuovo romanzo di quella grandezza! Purtroppo libri così se ne scrivono solo tre o quattro in un secolo...
Un romanzo che fa pensare in altri termini, fuori dalle righe, lessicalmente innovativo. Grazie per il tuo contributo
Molly Bloom
22 Luglio, 2019
Ultimo aggiornamento:
22 Luglio, 2019
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Un libro particolare e di grande spessore letterario. Credo sia una vera rappresentazione della società di oggi, ha dentro tutto, inclusi passaggi lunghissimi e a volte noiosi, spesso ripetitivo. Sono contenta di averlo letto ma mi aveva stancato in modo non indifferente, un bel impegno quest'impresa. Fino a qualche giorno fa, avrei detto che si è un po' dilungato e che ciò che ha scritto in 1000 pagine poteva farlo in 500. Ora non do più questi giudizi sbagliati. Perché? Perché mi è capitato di leggere una prefazione di Joseph Conrad in cui rispondeva a chi gli criticava il fatto che in un suo romanzo era andato per le lunghe e che la stessa cosa poteva riassumere in metà delle pagine. Reputo quella prefazione un manifesto della scrittura, è presente nel libro "Il caso", mia attuale lettura.
Aggiungo che, nonostante ami il Wallace di Infinite Jest, non riesco a farmi piacere gli altri suoi romanzi, ci ho provato ma mi lasciano indifferente.
Grazie per il tuo contributo. E' il primo romanzo che leggo di Wallace e proverò a leggerne anche qualcun altro (mi è stato consigliato "La ragazza dai capelli strani").
In risposta ad un precedente commento
Molly Bloom
21 Novembre, 2019
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Ciao Giulio. Prova a informarti su Il libro dei numeri, di Joshua Cohen.
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