Dettagli Recensione
Il mito americano...caduto
Con scrittura tagliente e occhio critico, l’autore descrive il mito americano appartenuto a intere generazioni di uomini che hanno creduto nella possibilità dall’affermazione individuale, del raggiungimento del benessere, del successo sociale e familiare attraverso il lavoro e l’impegno, nella convinzione di vivere nel Paese dell’accoglienza e delle opportunità per tutti; più nello specifico descrive la vita lunga tre generazioni di ebrei immigrati che hanno creduto in quel mito fino in fondo facendone motivo di soddisfazione e di orgoglio, felici di essere parte della grande America dei diritti, ricca e moralmente ineccepibile. Lo Svedese e la sua famiglia incarnano questo mito e conducono una vita senza scossoni, con tanto lavoro e tanta fiducia nel futuro. Lo svedese, un giovane uomo che incarna alla perfezione il mito del giovane di successo: è bello, bellissimo, di ottima famiglia, ricco, intraprendente, ammirato da tutti ( come ci aspetta da una giovane di buona famiglia ); giovanissimo si sposa con un bellissima donna( come da manuale) , rileva la ditta di famiglia e si dedica anima e corpo alla costruzione del suo futuro, prototipo della vita perfetta. Eppure qualche cosa alla fine si inceppa, il sogno si trasforma in un incubo a causa della figlia adolescente ribelle, inquieta e controcorrente, animata da spirito pacifista che si impegna contro la guerra del Vietnam e finisce in un tunnel senza uscita. Lo Svedese non si rassegna a perderla e ad assistere al fallimento del suo mito ma è costretto, attraverso una lunga e penosa indagine introspettiva, a rivedere il suo sogno e le sue certezze, a svelare un’America ricca di contraddizioni e ingiustizie: la guerra del Vietnam che divide il Paese, la contestazione giovanile, la rivolta delle comunità nera che chiede integrazione e diritti. In questo romanzo l’autore ci propone una acuta e spietata analisi sociologica dell’America evidenziandone I lati oscuri, fatti di perbenismo, ipocrisia…