Dettagli Recensione
Pesante e dispersivo
Subito, senza giri di parole: non mi è piaciuto, per niente.
Dopo 340 pagine e 8 mesi (ebbene sì) sono ancora qui a chiedermi cosa avrà voluto dire l'autrice con questa storia (quale storia?!? non c'è una storia!) e sto ancora aspettando che accada qualcosa.
Confuso, senza inizio né fine, senza ritmo, stancante, noioso e ripetitivo.
Sono stata tentata di abbandonarlo più volte, l'ho messo da parte per leggere altro, poi l'ho ripreso, lasciato, ripreso...volevo arrivare in fondo, perché sono testarda, e anche per capire il motivo di questa mia insofferenza nel leggerlo.
Le premesse erano buone...ovvero quanto il passato, l'infanzia e la famiglia di origine (in particolare la storia dei nostri genitori) riesca ad influenzare la nostra "età adulta", la formazione del nostro Io.
La protagonista è una donna di 48 anni, omosessuale, sposata con una donna (in carriera) che ama, è una scrittrice, ma per sua scelta anche colei che si prende cura della casa e dei loro due bambini.
Il 90% della narrazione si concentra sul suo affaccendarsi per riuscire nell'impresa di crescere questi figli, col terrore di non esserne all'altezza...probabilmente a causa di suoi traumi infantili che cerca di analizzare tra il fare la spesa, infilare gli stivaletti alla figlia e trovare le forbici per dissossare il pollo...
Viene fuori che da piccola ha sofferto di cisti ossee al braccio (congenite o da trauma?), che la madre, attualmente colpita da demenza senile, abbia subito molti aborti (e conseguenti depressioni) e che lei porta il nome di una sorellina nata morta.
Il coming out della sua omosessualità è stato un momento duro e difficile da metabolizzare per suoi genitori, e tremendo per lei che ha visto vacillare il suo rapporto con l'amato padre.
Insomma gli ingredienti sono tanti e tutti buoni...ecco perché non mi capacitavo di non riuscire ad apprezzare questo romanzo.
Ne deduco che il problema non sia stato il cosa, ma il come.
Non mi è piaciuto il modo, lo stile, la scrittura, la struttura...
Peccato.
(Magari dico una stupidaggine, ma su di me ha avuto lo stesso effetto de "Le Correzioni" di Franzen...pesante e dispersivo, incapace di procurarmi alcuna emozione. Glaciale nella sua bravura.)
Spero con tutto il cuore che sia stato un episodio circostritto a questo romanzo, perché desidero leggere il suo "Chiedi perdono"...
Vedremo.