Dettagli Recensione
Ci siamo quasi...
Ogni uomo lascia sempre una sua macchia. Alcuni di essi possono lasciare anche impronte positive ma azzerate dal potere della macchia, sia essa vera o falsa, l'importante è che se ne faccia menzione perché "nulla può isolare dal più infimo livello del pensiero" e "la semplice accusa è già una prova. Ascoltarla significa crederci."
Non ho visto il grande romanzo "americano" onestamente, ma solo "UN" grande romanzo: America potrebbe essere sostituita da un qualsiasi paese e la guerra del Vietnam di una qualsiasi altra guerra, la persona di colore da una qualsiasi minoranza che viene discriminata e il risultato sarebbe lo stesso. I governi sono gli stessi, i bigotti sono gli stessi, i puritani sono gli stessi, i perseguitati sono gli stessi e le guerre sono le stesse. Le persone sono le stesse, la stessa è la voglia di cancellare le origini che crediamo non ci rappresentino in un dato momento o che sono scomode per mille motivi, la stessa voglia di scappare e di rinnovarsi come persona. Gli stessi errori, stesse vittime e carnefici contemporaneamente, stesse macchie.
Non sono una lettrice appassionata di letteratura americana perciò magari qualcosa mi sfugge ma in realtà io ho trovato un grande romanzo europeo dal punto di vista stilistico ma anche delle idee, trovo che Philip Roth si sia ispirato a molti grandi scrittori europei, mi sentivo "a casa" leggendolo. Ho trovato lo stile solilloquiale di Thomas Bernhard, il personaggio "principale" Coleman Silk ha una forte impronta kafkiana, ingiustamente accusato e incompreso, struttura del romanzo proustiana: alla fine del libro il narratore esprime l'intenzione di scrivere tutta la verità nel libro appena letto, dandone anche il titolo. Anche il contenuto mi ha mandato forti richiami bernhardiani: come ne "La cantina": la necessità di andare in una direzione opposta per poter essere felici o quanto meno realizzati: come ha fatto Coleman e Dalphine Roux in La macchia umana, l'attacco feroce contro il governo, contro l'insensatezza della guerra e contro il sistema di istruzione: tutti argomenti vivisezionati da Bernhard e carichi degli stessi difetti... Quindi per tutti questi motivi, ma anche per i numerosi riferimenti letterari europei non grido alla denuncia della società "americana" o "al romanzo americano", che sicuramente è giusto ma personalmente estendo questa denuncia a una denuncia universale, perché le cose funzionano così un po' ovunque.
Ci sono stati anche dei momenti lenti nel romanzo ma è cosa comune. Ho qualche critica da fare alla forma narrativa in quanto l'ho trovata un po' confusionaria e seppur piacevole non mi ha convinto questo mix di monologhi intimi in prima persona e narrazione nella terza persona, cioè non mi è dispiaciuta la scelta in sé ma come sono stati "incastrati" questi tasselli. Inoltre verso la fine del romanzo compaiono degli elementi nuovi e che incuriosiscono il lettore come potenziali chiavi di lettura ma poi spariscono nel nulla, come ad esempio il padre naturale di Faunia e il suo diario segreto.
E' sicuramente un buon libro e sono appagata della sua lettura, sicuramente la sua scia la lascia dentro al lettore, tuttavia Roth secondo me ha avuto paura di osare e farlo diventare un libro perfetto, armonioso. Ci è QUASI riuscito.
"Con gli occhi aperti vede il proprio disonore e con gli occhi chiusi vede la sua disintegrazione, e per tutta la notte il pendolo della sofferenza la fa oscillare dall'uno all'altra."
Indicazioni utili
Commenti
8 risultati - visualizzati 1 - 8 |
Ordina
|
La tua recensione mi convince a conoscere anche Philip di cui ho sentito parlare quasi sempre bene
Per ovviare alle mie lacune ho iniziato Comma 22 di Heller. :-). PS: forse alcune cose non le percepisco perché tendo a paragonare o a vedere nei libri che leggo delle altre letture per me sono state fondamentali e se da un lato va bene ed è interessante, dall'altro lato invece è sbagliato. Devo migliorare sotto questo aspetto trovando il giusto equilibrio.
Questo libro m'incuriosisce, anche se non sono fra i lettori entusiasti dell'autore. Comunque Pastorale Americana m'è piaciuta molto.
Buona lettura!
8 risultati - visualizzati 1 - 8 |