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Le storie di Giacobbe. Giuseppe e i suoi fratelli
 
Le storie di Giacobbe. Giuseppe e i suoi fratelli 2019-05-17 17:08:04 Molly Bloom
Voto medio 
 
4.8
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
5.0
Molly Bloom Opinione inserita da Molly Bloom    17 Mag, 2019
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Il maggiolino matto matto

Se c'è un autore che si trasforma e cambia in ogni suo libro, allora lui è Thomas Mann, almeno tra quelli da me letti. Marcel Proust dice che uno scrittore scrive sempre gli stessi libri e pensandoci ha ragione. Nella mia esperienza di lettrice riesco a riconoscere un autore (già letto in precedenza ovviamente) prima ancora di sapere il testo che ho in mano e se non lo riconosco, non appena ne vengo a conoscenza della sua identità riconoscerò subito le similitudini con gli altri suoi scritti: stile o temi che siano, i libri sono stigmatizzati quasi sempre. Tranne Thomas Mann. Non ho letto tutta la sua opera e spero di poterlo fare nel tempo, ma basandomi sui quattro romanzi letti, tutte e quattro sono diversi! Grandissimo pregio per uno scrittore, che in questo ultimo mi ha sorpresa non poco perché chi se lo aspettava un Mann cosi?! Io no e anche molti di quelli che hanno tentato e poi abbandonato la lettura di questo volume.
Dico volume perché "Le storie di Giacobbe" è il primo volume della tetralogia "Giuseppe e suoi fratelli", ultima opera compiuta dall'autore e definita da lui stesso il suo lavoro migliore. In una parola riassuntiva dico solo che racconta in chiave romanzesca le vicende di Giacobbe e di suo figlio Giuseppe narrate nel vecchio testamento, e già qui tutti a pensare "che due mongolfiere multicolori" io stessa per prima! Però ti dici "Caspita, però è firmato Thomas Mann, colui che ha scritto La montagna incantata, e se lui dice di aver scritto un grande libro, addirittura superiore alla Montagna, qualcosa di buono ci sarà" e allora inizi con fiducia la lettura.... Ogni inizio è difficile e questo ancor di più, perché dopo un incipit che incuriosisce seguono pagine e pagine pesantissime di un prologo che non finisce mai e ti svena, pieno zeppo di riferimenti della Bibbia, delle nazioni di allora e dei loro déi, insomma arrivi a leggere ormai il primo terzo (che non poco) del volume e la storia non cambia. E ti chiedi a questo punto, "Ora che faccio? mollo o non mollo?" e tra i dubbi amletici ecco che finalmente la storia sembra cominciare, il motore s'avvia, un po' singhiozzante ma la macchina parte per poi fermarsi dopo qualche centinaio di metri e noi di nuovo lì a spingere e cercare lottare con il tomo. Però ancora non sappiamo che la macchina che abbiamo è un Herbie il maggiolino matto e tutt'ad un tratto parte in picchiata a nostra sorpresa, dall'idea ormai di libro noioso, carico di erudizione come se Mann ormai alla fine della sua carriera volesse pavoneggiarsi del suo inutile sapere e decisamente sopravvalutato. E invece, ta ta ta tammm sorpresa! Scopro un Mann frizzante, leggero, di un umorismo spettacolare che mai mi sarei aspettata, anche se Settembrini e Peeperkorn erano abbastanza birichini, che riscrive in chiave ironica e divertente un frammento della Genesi. E quindi passi da una noia mortale che sei lì lì a mollare ad una divertente, piacevolissima e intelligente lettura che ti tiene incollato al libro, un Herbie che speri non si fermi mai. Lo so, un commento scritto di pancia ma che riflette o quanto meno spero, la giocosità e la piacevolezza del libro.

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Ciao Ioana, sarà anche stata scritta di pancia, come dici tu, ma la tua recensione mi ha divertito moltissimo. Credo che nessuno scritto su Thomas Mann abbia mai avuto un titolo così orinale e spiazzante come il tuo :) "Le storie di Giacobbe " erano già da molto tempo tra i miei desideri di lettura, e adesso che mi hai così incuriosito credo che lo leggerò presto. Buone letture!
Ciao Ioana, anch'io ho apprezzato molto la tua recensione : davvero originale e divertente! Bravissima, mi hai incuriosita su questo libro anche se non so se lo leggerò, chissà. Alcune opere di Mann mi sono piaciute, altre meno, non sono proprio un'accanita estimatrice di questo autore (di cui comunque riconosco il valore).
Una recensione apripista! Se vuoi leggere un altro Mann insolito, ti consiglio il gradevolissimo "Cane e padrone", un breve racconto di matrice autoboografica che avvicina il grande erudito al quotidiano fatto di passeggiate e di rapporto con il suo cane.Questo è in lista, sapere che poi diventa gradevole aiuta!
Ciao Giulio, si abbastanza insolito come commento su un autore come Mann ma davvero mi ha sorpresa e mi darai ragione se lo leggerai! Ricorda che l'inizio è sofferto eh... interessante, filosofico, tutto quello che vuoi ma pesante, almeno per me è stato così. Ma poi arriva il bello! Si vede che Mann voleva lasciare la sua carriera con una grande opera che sia un "uno scherzo intorno alla verità" per citare un giudizio critico che ora non ricordo a chi appartiene. Sicuramente andrò avanti con gli altri, sperando che non abbiano prologi supplementari :-)). Buone letture!
Ciao Chiara! Se non scatta l'empatia con un autore, può essere il più bravo ma non per noi... Ovviamente nessuno ha colpe, semplicemente due canali di comunicazione tra autore e lettore che non si incrociano, pure io ho dei mostri sacri che non fanno per me.
Ciao Laura! Grazie per il consiglio, non l'ho ancora letto per cui me lo segno! A proposito di autobiografia di Mann: proprio ieri sono venuta a sapere di una cosa su Mann che mi ha sconvolta: ha lottato per tutta la vita con gli istinti omosessuali, addirittura anche verso adolescenti facendo vari apprezzamenti ambigui persino verso suo secondogenito Klaus, in poche parole un "incesto mentale". Per fortuna istinti e ossessioni represse e trasformate in opere letterarie però ci sono rimasta! E mi è venuto in mente Morte a Venezia che è autobiografico a questo punto e lì dice chiaramente che un lettore non potrà mai indovinare gli inferi abominevoli dai quali si crea l'opera d'arte. Se potesse vedere il brutto e il male dal quale nascono l'apprezzamento diminuirebbe considerevolmente. E tutto questo lato oscuro è uscito fuori dai suoi diari pubblicati a 20 anni dopo la sua morte. Ora domanda sorge spontanea e che mille volte mi sono posta: Nabokov ha tenuto mai diari?! Il dubbio l'ho sempre avuto.... Ma qui si va su altri meandri, torniamo a noi! Contenta che sia riuscita a dare un po' di sprint su questa opera, perché ne ha bisogno... Ne riparleremo a tempo debito, buon weekend!
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