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Siamo gli abitanti di questa città e...
«Sarai solo, perché per perdersi e vedere tutto bisogna essere soli. Ci sono città, e Algeri è una di queste, in cui qualsiasi compagnia è di troppo. Ci si passeggia come ci si abbandona alle fantasticherie, con le mani in tasca e il cuore stretto. […] Un uomo che legge ne vale due»
Algeri, 2017. Ryad è stato investito del compito di sgomberare una vecchia libreria nel minor tempo possibile. È un dovere a cui deve adempiere a titolo di tirocinio formativo per laurearsi anche se, di fatto, detta attività non ha niente a che vedere con il percorso di studi intrapreso. Quella che deve liberare è una piccola biblioteca adibita al prestito nata come libreria negli anni ’30 ed appartenente a niente di meno che a Edmond Charlot (che in quegli anni non solo l’aprì ma vi creò anche una casa editrice capace di pubblicare gli autori migliori, e spesso ignorati da altre case, quali, tra i tanti, Camus, Saint Exupery, Gide). E mentre il giovane studente degli anni 2000 cerca di adempiere al suo onere, incurante di quel che significa gettare libri su libri per aprire una ciambelleria, ecco che facciamo un salto nel passato per scoprire tramite il diario di Edmond di quegli anni che hanno avuto quali protagonisti l’evoluzione politico-economico-sociale della colonia francese sino all’insorgere dell’indipendentismo e del terrorismo e la conquista dell’indipendenza.
Il tutto tramite un'alternanza non solo temporale ma anche fisica che consente a chi legge di ritrovarsi sia a Parigi che nell’Algeri di ieri e di oggi e tramite l’ausilio di un linguaggio fluido, poco impegnativo, che si conforma alle voci narranti e che ci invita alla riflessione su molteplici tematiche, in particolare, quella dei regimi repressivi e della loro volontà di impedire la libera circolazione delle idee e del pensiero, ma soprattutto della cultura. Perno dell’intera storia è la memoria: è tramite questa che è possibile imparare e riflettere su quel che è stato per non tornare a commettere gli stessi errori.
Una lettura breve ma estremamente piacevole.
«Siamo gli abitanti di questa città, e la nostra memoria è la somma delle nostre storie»