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Mars room
 
Mars room 2019-05-04 21:37:37 Mian88
Voto medio 
 
2.0
Stile 
 
2.0
Contenuto 
 
2.0
Piacevolezza 
 
2.0
Mian88 Opinione inserita da Mian88    04 Mag, 2019
#1 recensione  -   Guarda tutte le mie opinioni

Detenuta n. W314159

Romy Leslie Hall è la detenuta n. W314159. Con un passato fatto di violenze (anche sessuali in età adolescenziale) e di assenze materne, approda ben presto al “Mars Room”, un locale di San Francisco dove ricopre il ruolo di spogliarellista sotto le mentite spoglie della seducente Vanessa. Il suo mondo è fatto di eccessi che vanno dalle droghe a uomini spesso dalla dubbia reputazione e assolutamente non raccomandabili ma non anche di quel figlio, Jackson, con cui a sua volta non riesce ad essere presente e a cui, per questo, dedica il minimo indispensabile del suo tempo. Essere accompagnata da individui sempre diversi è per l’eroina di queste pagine, assolutamente normale, pura e semplice ordinarietà. Questo almeno fino a che non incontra lui: Kurt Kennedy, reduce del Vietnam che esigerà attenzioni esclusive e ai limiti dell’ossessione. Romy non potrà far altro che scappare e una volta che verrà ad essere rintracciata dal suo opprimente cliente fisso, non potrà far altro che sbarazzarsi di lui uccidendolo. La Hall verrà rinchiusa nel carcere femminile di Stanville, ma tutto ciò è già noto al conoscitore che apprende dei fatti e delle ragioni della reclusione sin dalle prime battute dell’opera.
Il testo è interamente basato su un alternarsi di presente e passato. È caratterizzato da uno stile narrativo duro, crudo, schietto e senza remore tanto che l’autrice, in perfetta conformità con la protagonista creata, riporta scene di indiscussa violenza, nonché sessuali, che nulla celano e nulla omettono. Anzi, sono spinte ai massimi livelli tanto che chi legge resta basito, stordito e fatica ad assimilare trama e linguaggio. Personalmente, ho ricordo di aver ritrovato – seppur con tematiche diverse e incentrate prevalentemente sul tema della droga e delle sue conseguenze – caratteri simili e una tale asprezza soltanto in “Carne viva” di Merrit Tierce, elaborato che ho ultimato da ben quattro anni ma che eppure risento ancora sulla pelle come se lo avessi concluso ieri. Non solo. La voce narrante del componimento muta costantemente così come la linea temporale seguita che passa dalla vita prima alla vita durante il carcere probabilmente con l’obiettivo di offrire al grande pubblico dei perché, delle spiegazioni sul modo di essere di una donna in bilico tra innocenza e colpevolezza, vittima degli eventi o forse non vittima degli eventi, consapevole e remissiva verso quel destino che viene accettato per quel che è e prodotto di un sistema con ingranaggi corrotti e erosi.
Il risultato finale è quello di un romanzo frammentato che lascia perplessi, che non arriva subito (e nemmeno dopo), che fa interrogare a più riprese su quello che è il vero obiettivo della scrittrice (cosa che resta dubbia, almeno nel mio caso, anche successivamente – mi ripeto volontariamente), che è caratterizzato da situazioni ai limiti e da digressioni superflue che sfiancano e che non rivestendo un ruolo fondamentale inducono a sostenere che lo stesso risultato si sarebbe potuto ottenere anche con molto meno. Quello che mi dispiace è che tutto ciò si pone quale ostacolo fondamentale a quelle considerazioni e riflessioni che dalle tematiche introdotte avrebbero potuto emergere. Al contrario, queste occasioni di meditazioni su realtà borderline, soventemente poco conosciute, o lasciate all’immaginazione collettiva, o ancora difficilmente approfondite perché confinate ad un universo inaccessibile, non trovano terreno fertile e sono relegate all’ipotesi di un “se avesse” o di un “chissà”. Troppa violenza gratuita? Troppi eccessi? Un classico caso in cui si è voluto far troppo? Può darsi, sicuramente non un libro per tutti.

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Incredibile quanto ci troviamo d'accordo, su tantissimi aspetti di questo libro. Mi è sembrato di leggere i miei pensieri :D

Vale.
In risposta ad un precedente commento
Mian88
06 Mag, 2019
Ultimo aggiornamento:
06 Mag, 2019
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Io non so te ma ho veramente durato fatica a finirlo e la tentazione di lasciarlo è stata parecchio forte. Mi sa che rientriamo entrambe nei "non fa per me". ;) Effettivamente su questo romanzo (e non solo) siamo in super sintonia :D
Ma lo sai che ho letto commenti super positivi? Girellando nel web c'è chi lo ha definito un elaborato da leggere assolutamente, imperdibile, caustico, soprattutto per lo stile. E dire che a me lo stile è proprio ciò che meno mi è piaciuto tanto che all'inizio avevo pensato di non recensirlo nemmeno!
In giro per il web non ho visto molto, ma dalle marchette prestigiose che ci sono dietro ti aspetti un romanzo di altissimo livello; cosa che, per quanto mi riguarda, non è affatto.

Vale.
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