Dettagli Recensione
Un capolavoro .. o quasi
Cosa manca a questo romanzo per poterlo definire un capolavoro?
Saramago è maestro di scrittura. La sua prosa originale, mai banale, stimolante ed intrigante, scorre fluida come il suo pensiero libero.
Il romanzo ha struttura ed ambizione per entrare nel ristretto novero dei grandi classici. Il grandioso affresco storico del Portogallo del XVIII secolo è certo frutto di un’accurato e minuzioso studio sulle fonti.
Il racconto principale narra la costruzione dell'imponente chiesa di Mafra fatta edificare per volere reale a scioglimento di un voto sacro contratto per ottenere discendenza.
Su tale trama si innestano storie parallele, anch’esse sostanziate da veridicità storica: l’incredibile racconto della costruzione della macchina volante (che precede di decenni quella dei fratelli Montgolfier), i tempi bui della Santa Inquisizione tra persecuzioni ed atroci auto-da-fè, i cortei, le feste religiose, le processioni, la vita di corte con il maestro Scarlatti ad insegnare musica all’infante ..
La Storia è narrata al contempo dal basso (mendicanti, popolane, soldataglie, manovali, basso clero ..) e dall’alto (Re, regine, nobili,alti prelati ...): un grande affresco cui non viene mai a mancare la sottile ironia dell’autore nel constatare come debolezze in fondo simili accomunino l’umanità intera a prescindere dal ruolo sociale dei protagonisti.
Al romanzo storico si intreccia, affermandone la modernità, il racconto fantastico echeggiando certa narrativa sudamericana. Di qui il personaggio di Blimunda Sette-lune, il cui sguardo, attraversando i corpi, vede l'invisibile cogliendo le preziose “volontà” propellente necessario alla macchina volante che l’amato Baldasar Sette-soli va costruendo su progetto dell’eccentrico ed erudito inventore: Bartolomeo Laurenco, prete di origine Brasiliana storicamente esistito e morto pazzo in quel di Madrid.
La bravura di Saramago sta nell’amalgamare il tutto in modo credibile e nel farcire il racconto con riflessioni, arguzie, aforismi che obbligano il lettore a soste di puro compiacimento intellettuale.
Non manca nulla dunque.. o quasi.
Se proprio una critica si volesse muovere ad un testo di tale spessore, si dovrebbe forse accennare al limitato coinvolgimento emotivo che i personaggi suscitano nel lettore. Raramente si entra in empatia. Lontani nel tempo, ma forse anche un po’ lontani dal cuore.
Cosa manca dunque per poter definire il memoriale dal convento un capolavoro assoluto? Ecco ... forse manca un “Addio ai monti sorgenti dall’acque ..”
Indicazioni utili
Commenti
1 risultati - visualizzati 1 - 1 |
Ordina
|
1 risultati - visualizzati 1 - 1 |