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Il quaderno di Maya
 
Il quaderno di Maya 2019-04-10 21:54:46 levante
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levante Opinione inserita da levante    10 Aprile, 2019
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Arcipelago Maya

Maya Vidal sedicenne di Berkeley, senza precedenti penali, finisce in una struttura di recupero sociale, in alternativa alla reclusione in un carcere minorile, per aver causato di notte al ritorno da un rave un incidente stradale: l'autista del veicolo coinvolto rimane gravemente colpito da una emorragia cerebrale. Lei, rigurgitante di alcool e droghe di vario tipo, è a bordo di una bicicletta senza freni, e senza luci.

"Nel collegio in Oregon mi tennero prigioniera fino all'inizio di giugno del 2008, con altri 56 giovani ribelli, tossicodipendenti, suicidi, anoressici,bipolari, espulsi dalle scuole e che semplicemente non potevano stare da nessuna altra parte. Mi proposi di sabotare qualsiasi tentativo di redenzione......".

Ma nonostante i tredici mesi di permanenza nel Programma di riabilitazione i cui principi fondanti sono " Chi sei, che cosa desideri fare della tua vita e come pensi di riuscirci?" fugge dalla struttura e va incontro ad esperienze di notevole degrado personale: abusi, prostituzione, spaccio di droga e quantaltro. Perchè fa e sceglie di essere una reietta? Perchè la figura di riferimento piu' importante e che più le ha dimostrato amore, suo nonno, ha deciso di ritirarsi dal mondo proprio ora che stava diventando grande? Perchè sua madre l'ha abbandonata in fasce e suo padre l'ha parcheggiata per anni dai nonni? O perchè il potere della libertà e la convinzione dell'infallibilità bruciano talvolta gli adolescenti nell'inconsapevolezza più totale?

Non basta la presenza di Nidia, sua nonna, persona di gran carattere, ribelle anch' essa ma di diverso segno e fuggita dalla dittatura cilena, ad arginare il rabbioso masochismo dell' adolescente.

Quale ne sia la causa, Maya, prende una decisione su stessa, si sente un essere abbandonato e non amato; si ribella in modo distruttivo infliggendosi, subendo e commettendo azioni atroci.

Il quaderno scritto da Maya si articola su due piani paralleli fino alla sua conclusione, descrive i suoi familiari e le circostanze che ne definiscono chiaramente i profili, per poi dettagliare quindi il bilancio di tre anni intensi e terribili di vita, la descrizione del suo inferno e la fuoriuscita da esso, di sè adolescente che sfugge ad ogni controllo familiare e sociale da Berkeley, all'Oregon a Las Vegas; del suo approdo nel Sud del mondo per rimanere incolume e per ritrovarsi, senza poter evitare di vedere la profondità dei suoi demoni interiori. Frugando tra i nuovi cieli e gli immensi orizzonti di una terra antica, mistica, sconosciuta e ricca di mitologia impara a condurre una vita rurale e a lasciarsi contaminare da atmosfere intrise di mistero e magia. Chiloè, arcipelago nel Sud del Cile rappresenta per Maya il suo esilio, luogo di purificazione e di rinascita. In questo luogo si immerge nella vita della comunità locale e ne diventa parte attiva apprendendone abitudini e cultura, è l'inizio di un nuovo viaggio nel quale scoprirà persone ma anche fatti importanti ed inaspettati collegati alla sua famiglia di origine.

Un romanzo ricco di contrasti ed atmosfere diverse (e questo è un pregio del libro), quasi un genere pulp per i contenuti forti e crudi, per le esistenze estreme come quella del ragazzino Freddy. Coinvolgente la narrazione continua presente/passato. Tra i tantissimi personaggi che popolano il diario ve ne sono alcuni convincenti come l'irlandese Mike O' Kelly paladino irriducibile dei diseredati, Manuel Arias antropologo che accoglie Maya a Chiloè, l'astuto ufficiale Arana con un grande piano da realizzare, Olympia Pettiford curatrice di ferite fisiche e dell'anima e la sua compagnia le Vedove per Gesù. Meno convincenti il ragazzino Freddy (quando il troppo storpia o fa troppo male da accettare pur trattandosi di invenzione!), Brandon Leeman anche lui con un grande piano, ma evidentemente disperato se dall'incontro fortuito con l'adolescente Maya dipende il suo lavoro di pusher e di falsario. e che dire di Lionel Schnake di idee reazionarie ma benevolo e accogliente con gli esiliati della dittattura?

Una Allende diversa, impegnata nel raccontare scenari urbani e moderni estremamente negativi, non tutto lo sviluppo della storia e dei personaggi regge ma comunque una lettura mediamente piacevole.

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Allende, oppure a chi interessa il mondo dell'adolescenza
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Commenti

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Recensione lucida e intelligente : grazie ! Non sono mai stata una fan di I .Allende , ma , grazie a te,questo libro me lo leggerò ...
In risposta ad un precedente commento
levante
14 Aprile, 2019
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Ti ringrazio Matelda, quando ho chiuso il libro ero un pò perplessa circa il gradimento. Ci sono tornata sopra per qualche giorno. E' un romanzo pieno di storie, di temi e tanti tanti personaggi ma alla fine l'ho trovato ricco.
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