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Il volto di un paese
Il Giappone ( Yamato o Tonbo) rappresentato partendo dalla complessità ( per noi occidentali ) della propria lingua a ricostruirne la storia, gesti, simboli, colori, suoni, fiori, tradizioni culinarie, cultura, un mondo di difficile comprensione e collocazione, una lenta ricostruzione di avvenimenti con esiti difformi.
Cinque storie con protagonisti eterogenei ma confluenti, epoche differenti ( la rappresentazione di un secolo), personaggi calati nella propria essenza, ritmi lenti ed inorganici, riflessioni profonde, radici lontane, l’ incompiutezza e la crudeltà della Storia, il dolore e l’ incertezza della deportazione ( in Siberia ), stragi di innocenti, il debito della sconfitta ( dopo la guerra ), l’ attesa ed il senso del dovere, il ruolo della donna, cultura ( haiku ), tradizioni consolidate ( ikebana, la cerimonia del The ), l’ uomo e la propria fedeltà alla azienda ( sosha-man), obblighi, matrimoni combinati ( Miai ), partenze, ritorni, vite spezzate improvvisamente, destini segnati da sempre.
È difficile addentrarsi e comprendere fino in fondo un mondo siffatto, che insegue cadenze ed attitudini proprie, che percepisce e significa altro e possiede una personale compiutezza, calato in una atmosfera che incastra perfettamente le proprie forme.
La cultura giapponese è rappresentata e distillata dalla sapiente penna della sua autrice in momenti diversi, il suono delle parole a simboleggiare precisi significati incastratisi perfettamente rigenerando una storia e nuove vite attraverso la flebile voce ed i gesti ripetuti dei protagonisti, sovente sconosciuti a loro stessi, guidandoci nel misterioso mondo dei propri desideri, nel respiro della propria essenza, in un intenso senso d’ insieme.
La fragilità della Storia e dei personaggi risiedono nella propria semplicità ed incompletezza, in una fuga protratta, in un tentativo di ribellione, nell’ allontanamento, nella scoperta di legami insperati e profondi, nel seguire fino in fondo un destino già scritto.
Maschere senza volto assumono gradualmente identità definenti, storie incompiute una inaspettata completezza, malgrado esiti difformi, e ciascuno racconta la stessa trama da un angolo personale, una vicendevole percezione della stessa.
Se una certa tradizione è ancora presente, un passato recente riporta ad esiti di guerre e stragi di innocenti, la modernità ha rivelato un popolo orgoglioso ed operoso, la contemporaneità un mondo di sentimenti non sempre allineati alla propria storia.
L’ esito è comunque una intimità condivisa, e nella semplicità di dialoghi sintetici e tronchi, nelle descrizioni della storia di un paese con ferite ancora aperte, in parole centellinate e significanti, in un linguaggio diretto ma anche poetico, in momenti che restituiscono dignità e vita al dolore della morte, ci accostiamo ad una autrice, Aki Shimazaki, in grado di emozionare e ad un paese, il Giappone, di estremo interesse e misteriosamente ammaliante.