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Dopo la festa, quel che ne resta
Un grande classico compresso in questo breve romanzo che mostra i ruggenti anni '20, i soldi facili, l' arricchimento senza domande malgrado il proibizionismo americano. L'immagine che l'autore ci riflette mediante scene, dettagli accostati non a sproposito, colori, profumi e città rendono l'idea di essere di fronte ad una natura morta. La grande depressione infatti si avvicina inesorabile, la perfezione si sfuma ed i sogni dorati e sfavillanti mano a mano vanno scemando. Quando sulle feste che Gatsby tiene senza sosta nella sua reggia cala il sipario, l'atmosfera cambia precipitosamente.
Pochi gli eventi significativi che si susseguono nel racconto lasciando il dubbio di non conoscere mai chi si cela dietro il personaggio, cosa maschera. I soggetti non sono descritti a fondo, la penna dell'autore sembra creare delle sceneggiature, attivando tutti i sensi del lettore, a tratti in maniera quasi poetica, a tratti il romanticismo e il grande senso di solitudine primeggiano, come sul finale.
Nick è la voce narrante, dalle sue impressioni incerte scopriamo del suo approdo estivo a Long Island. Lui stesso viene a conoscenza delle vicende dalla cugina al vicino di casa.
La trama è di per sé semplice. Un amore di un mese tra una giovane di ottima famiglia, Daisy, la cui voce "ha il suono dei soldi" e Gatsby pronto a partire per la guerra, all'epoca senza risorse eccetto il consistente bagaglio di sogni, avventure vissute e tante da scoprire narrate senza sosta alla spensierata donna.
Passano cinque anni, lunghi o corti che siano, hanno portato aria di cambiamenti nelle vite di tutti. Gatsby ha costruito in modo lecito o meno, una grande ricchezza finalizzata al suo sogno: rincontrare Daisy, far rivivere il passato, far vivere quell'amore lontano. Quali saranno gli effetti di questa chimera?
Feste, sfarzo e balli nelle sfrenate notti alla villa di Gatsby che cosa lasceranno nel momento del silenzio? Durante la più cruda solitudine che impregna gli ultimi capitoli, chi resterà sotto un cielo plumbeo e piovigginoso?
La fama che lascia spazio al vuoto. Il passato che non si ricostruisce, il sogno svanito. Grandi sono i temi che affiorano e lasciano una traccia nel lettore dopo essersi immerso negli anni '20. Leggere un grande romanzo?! si, a mio parere.
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