Dettagli Recensione

 
Epepe
 
Epepe 2019-03-28 22:42:25 DanySanny
Voto medio 
 
2.5
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
2.0
DanySanny Opinione inserita da DanySanny    29 Marzo, 2019
Top 50 Opinionisti  -   Guarda tutte le mie opinioni

Non scomodate Kafka

Deve aver preso il volo sbagliato, Budai, l’accanito e sfortunato protagonista di questo libro. Certo non si trova a Helsinki dove avrebbe dovuto partecipare a un convegno di linguistica di cui è un eminente esperto. No, Budai si ritrova per un tragico disguido in una città informe e soverchiante, metropoli tentacolare, langhiana, caotica e perpetuamente in moto, come preda di un horror vacui che reclama sempre un pronto riempimento. Senza documenti e senza soldi, tragicamente solo nello spazio distopico della città del futuro, Budai si trova ad affrontare un problema ben più grave, l’incapacità di comprendere e di essere compreso. Nemmeno la sua infinita conoscenza delle lingue, dal greco al latino, dall’ungherese al finnico, dalle lingue romanze alle rune sumeriche, gli consente di decifrare la strana lingua di quella città, i suoni scomposti e infinitamente diversi, nessuno stratagemma lo fa penetrare nella sintassi capricciosa di un idioma che, cocciuto, si oppone alla sua ostinazione. Perché la metropoli di Karinthy è, prima di tutto, intrinsecamente babelica e, come nella più biblica delle costruzioni, l’esito non può che essere la distruzione. Forse solo un corso d’acqua, la promessa del mare, potrà ricondurlo a casa o forse quella strana ascensorista, Epepe, o Tetete, è difficile dirlo, che sembra l’unica disposta a capirlo sul filo fragile dell’amore, ma che, nonostante tutto, appare sempre infinitamente distante.

Karinthy, scrittore e linguista ungherese, scrive un libro ambizioso e lo fa plasmando lo spazio allucinato della narrazione con le inquietudini dittatoriali del novecento, descrivendo una città famelica in cui la sopraffazione è legge, la fretta intransigente, l’architettura sovietica e oppressiva, minacciosa e soffocante. Se Epepe è un libro sull’incomunicabilità, sulla irrevocabile solitudine degli uomini, non meno è una riflessione sull’impotenza della ragione di fronte al gioco al massacro del potere e, nella forma dell’incubo, nella dilatazione spasmodica del tempo impossibile di Budai, prova a tracciare i contorni della deriva della Storia.

Molte le riflessioni, diversi i piani di lettura, da quello morale a quello esistenziale, da quello storico a quello linguistico, ma, alla fine, il romanzo risulta discretamente poco riuscito. La scrittura si sfianca infinitamente in descrizioni pleonastiche, che forse vogliono rendere l’idea dell’insensatezza in cui il personaggio si muove, ma che, alla fine, distraggono la trama dal punto di arrivo e tutto si perde, senza uno scarto, senza una presa di posizione, senza un svolta che coroni e dia senso all’insieme. Lo stile di Karinthy finisce per essere ridondante, inconsistente e non riesce a sostanziare una storia che aveva tutte le migliori premesse. Il libro, in realtà, è stato apprezzato da più parti, ne hanno scritto entusiasti, tra gli altri, Citati e Carrère, ma entrambi, focalizzandosi su singoli aspetti, certamente positivi, trascurano la resa globale di un libro che finisce per essere poco più che nella media. Eppure uno di quei libri che, una volta letti, non si potrebbe fare a meno di pubblicare. Mistero della fede, davvero.

Indicazioni utili

Lettura consigliata
  • no
Trovi utile questa opinione? 
140
Segnala questa recensione ad un moderatore

Commenti

2 risultati - visualizzati 1 - 2
Ordina 
Per inserire la tua opinione devi essere registrato.

Molly Bloom
29 Marzo, 2019
Ultimo aggiornamento:
29 Marzo, 2019
Segnala questo commento ad un moderatore
Sembrava interessante il libro poi man mano nella tua recensione praticamente lo smonti, con eleganza ma lo smonti. I libri che restano sull'orlo del confine che separa il medio dall'ambiziso sono i più noiosi secondo me, ti lascia quel senso di incompiutezza. Non lo aggiungo sulla lista, per ora.
In risposta ad un precedente commento
DanySanny
29 Marzo, 2019
Segnala questo commento ad un moderatore
Guarda, come noti tu, il libro ha delle premesse molto buone e, a voler elaborare, ha anche un suo contenuto importante, però la lettura è effettivamente noiosa, ha poco mordente e lascia abbastanza insoddisfatti. Poi mi piacciono le scritture molto asciutte e qui c'è un profluvio di descrizioni che non hanno motivo. Però ecco, ha un suo perché, quindi capisco anche chi lo ha apprezzato.
2 risultati - visualizzati 1 - 2

Le recensioni delle più recenti novità editoriali

La vita a volte capita
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Il dio dei boschi
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Il sistema Vivacchia
Valutazione Utenti
 
4.5 (1)
Il passato è un morto senza cadavere
Valutazione Utenti
 
4.3 (2)
La mano dell'orologiaio
Valutazione Utenti
 
4.3 (1)
L'ora blu
Valutazione Utenti
 
4.5 (1)
Malempin
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Morte in Alabama
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
La città e le sue mura incerte
Valutazione Utenti
 
3.0 (1)
Per sempre
Valutazione Utenti
 
3.3 (1)
Lo spirito bambino
Valutazione Utenti
 
3.0 (1)
Fumana
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)

Altri contenuti interessanti su QLibri

La compagnia degli enigmisti
Demon Copperhead
La stagione degli amori
Il dio dei boschi
La città e le sue mura incerte
Per sempre
La terra d'ombra
In questo piccolo mondo
Lo spirito bambino
Sirene
Giorno di vacanza
Génie la matta
Mattino e sera
Eden
L'anno che bruciammo i fantasmi
T