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Il giovane Holden
 
Il giovane Holden 2019-03-19 00:39:03 levante
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levante Opinione inserita da levante    19 Marzo, 2019
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tenero ed impetuoso Caulfield

Le vicende di Holden Caulfield narrate nel libro (pubblicato in Italia nel 1951) "Il giovane Holden" si svolgono in un arco spazio temporale di tre giorni a partire dalla sua espulsione dalla prestigiosa scuola Pencey Prep che lo avrebbe dovuto traghettare successivamente verso il College. E' la storia di una fuga clandestina prima del suo rientro in famiglia, ancora all'oscuro della sua bocciatura. Holden, in attesa di essere confrontato dai suoi genitori sul suo ennesimo fallimento scolastico, approfitta delle vacanze scolastiche natalizie e decide, all'insaputa dei suoi genitori, di tornare nella sua città, New York, per vivere esperienze in totale autonomia. Molto ci dice dei sui fratelli: di Allie scomparso molto presto per una malattia, di D.B. riuscito scrittore ma non apprezzato da lui, e soprattutto ci parla molto affettuosamente di Phoebe la sorellina il cui punto di vista rappresenta spesso una bussola per orientarsi a volte nelle scelte che compie e compirà.

Pochissimo o quasi nulla si sa dei genitori ( il mondo degli adulti e' poco interessante perché sa solo giudicare?) e dei suoi sentimenti per loro.Apparentemente indifferente alle sue sorti, in quelle 72 ore che lo separano dal suo rientro domestico, Holden Caulfield decide di muoversi e sperimentarsi in assoluta libertà, cercando di rientrare in contatto con quelle persone con cui crede di aver costruito un legame: a volte sono alcuni adolescenti a volte adulti significativi per lui. Ma quasi tutti i personaggi che ci fa incontrare si rivelano ai suoi occhi( e convincimenti morali) molto lontani dal suo modo di vedere il mondo. E' protagonista ma anche narratore della sua storia, della sua inquietudine ed impulsività e ci racconta tutto ciò con un linguaggio a volte fanciullesco intriso di intercalari buffi ed infantili, seminati lungo tutto il romanzo, come "vattelapesca" , "..e via discorrendo" , "vita schifa", a volte cinico e ruvido come quello di un adulto, ossessionato non poche volte da possibili approcci "omosessuali"(il romanzo è stato scritto prima degli anni 50).

Holden si muove e pensa in solitario cercando in tutte le direzioni possibili, va ad esplorare e a congetturare continuamente, affamato di vita e di risposte ed il suo moto agente e pensante si esprime in un ininterrotto flusso di coscienza, proprio come spesso succede agli adolescenti. Come un adolescente lui va alla ricerca di un punto di riferimento, qualcuno a cui affidarsi: e' solo di fronte al mondo, non vuole conformarsi e soffre le regole in tutti i contesti dell' esperienza umana, si sente un po' depresso, a volte si chiede se sia un po' stupido o un po' pazzo, forse alla ricerca inconsapevole di un rito di passaggio tra l' adolescenza e l' adultità tutto da compiere. O forse vuole ritardare il suo ingresso nel mondo degli adulti, perché no?
Il suo lacerarsi, affermare per poi negare ogni suo pensiero, e il suo continuo speculare ipotetici traguardi anche estremi sono le condizioni indiscutibili del suo essere vitale nel mondo ma anche contro di esso, e a lui parla e a lui reclama visibilità e riconoscimento.
Molto toccante l'incontro con il Prof. Antolini ed il confronto con la sorellina che portano Holden su un piano di riflessione formalmente più sensato e meno impulsivo pur senza tuttavia snaturare le sue convinzioni: non può promettere a nessuno ciò che sarà e farà in futuro poiché lo saprà solo quando là si troverà.
Settanta anni fa qualcuno ha gettato un adolescente anticonformista (non molti lo erano intorno a lui) nella letteratura post-bellica e pre-beatgeneration e questo adolescente e' ancora qui con la sue richieste di essere accolto nella sua singolarità e di essere accettato per i suoi tempi di crescita senza essere marchiato o giudicato per non essere performante secondo tabelle di marcia ufficiali.
Dove vanno le anatre quando l'acqua dello stagno di Central Park ghiaccia? Moriranno o se la caveranno? Qualcuno si prenderà cura di loro? Salvate, come i bimbi presi al volo prima di essere inghiottiti nel dirupo scosceso e infido che precipita loro accanto? O troveranno da sole la strada per sottrarsi a pericoli ed insidie? E lui, il giovane Holden Caulfield, come le anatre di Central Park, ce la farà? Qualcuno ascolterà il suo grido di aiuto celato nei suoi insuccessi e nella vastità dei suoi angoscianti dubbi?

Lettura tenera e coinvolgente con un linguaggio che ben descrive i moti interiori di un ragazzo in corsa verso il mondo....chissa' da adolescente che impressione mi avrebbe fatto, ma in età matura l'ho molto apprezzato ed amato poichè mi ha ricordato i difficili, solitari ma anche elettrizzanti percorsi della adolescenza, con le sue tipiche aspirazioni e paure e i suoi tipici desideri.




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Commenti

4 risultati - visualizzati 1 - 4
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Ottimo commento, Elisabetta, di un romanzo che trovo ancora, a dispetto dei decenni trascorsi, sorprendentemente moderno e che non mi stanco mai di rileggere.
Trovo il tuo commento molto bello e mi apre a nuovo sentire, è un libro che non ho amato.
In risposta ad un precedente commento
levante
19 Marzo, 2019
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Ti ringrazio, concordo sulla modernità.
In risposta ad un precedente commento
levante
19 Marzo, 2019
Segnala questo commento ad un moderatore
Ti ringrazio. Io mi sono subito agganciata a quel profilo critico e complesso che rappresenta Holden e commossa per il suo interrogarsi sulla condizione delle anatre di Central Park. Io ci ho voluto vedere una inconsapevole immedesimazione. Ne era troppo colpito.
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