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Un buon inizio per conoscere Bernhard
"Perturbamento" è tra i primi romanzi di Thomas Bernhard e secondo me molto indicato a chi volesse avvicinarsi a questo scrittore pungente. Dico pungente perché è irto, spinoso, graffiante, di difficile lettura ma che offre un nuovo orizzonte al lettore. In questo libro le sue spine sono meno pungenti, ci si può rilassare in un certo senso e godere appieno del suo genio senza troppe fatiche.
Un padre di professione medico viene accompagnato da suo figlio a fare le consuete visite ai suoi malati. La trama è questa, un po’ come una breve idea musicale di un compositore che poi la sviluppa e la trasforma in una sinfonia di cinquanta minuti. Stessa cosa fa Bernhard, crea una sinfonia in cui l’orchestra è formata dai singoli malati, ognuno con le proprie sofferenze, ma che rappresentano in realtà casi universali. L’autore da piena voce ad ogni singolo malato che “esibisce” la sua sofferenza frutto non dalla malattia in sé ma si va a scavare alle radici di questa malattia che spesso sorge per causa della società, della famiglia e della natura stessa dell’uomo e il sollievo/rimedio che il medico porta loro è questa possibilità di sfogo. Bernhard non nutriva particolare simpatia per i medici, che considerava dei ciarlatani, probabilmente per questo motivo in “Perturbamento” il medico ha un ruolo puramente umanitario, da confidente, che ascolta non i disturbi di un corpo ma quelli di un’anima, elemento altrettanto importante.
La prima parte scorre più velocemente, ci sono anche delle situazioni grottesche, c’è del humor velato, alcune scene invece macabre e si cammina sempre sul confine tra la tragedia e la commedia. La seconda parte invece è quella più impegnativa ma anche più bella secondo me, in cui l’autore lascia le redini e si lancia a briglie sciole in un soliloquio del Principe Saurau (l’ultimo dei malati che il dottore visita) e in esso si distingue chiaramente lo stile maniacale della sua prosa, che reputa uguale ad una musica. Infatti oltre al contenuto la forma è altrettanto importante e il testo deve avere il suo ritmo, la sua musicalità coordinata al contenuto, e in questo Bernhard è tra i più bravi che ho letto.
Per concludere riporto questo brano di “Perturbamento” che meglio riassume il mio commento:
“Quando guardo la gente in faccia, vedo che la gente è infelice » disse il principe. « Sono tutte persone che portano per strada il loro tormento e così trasformano il mondo in una commedia, che naturalmente fa ridere. In questa commedia tutti costoro soffrono di piaghe di natura spirituale o di natura corporea, e godono della malattia che li porta alla tomba. Quando ne sentono pronunciare il nome, non importa se la scena si svolge a Londra, a Bruxelles o in Stiria, essi si spaventano, ma cercano di non mostrare il loro spavento. Il vero spettacolo tutta questa gente lo dissimula in quella commedia che è il mondo. Quando si sentono inosservati, sfuggono sempre a se stessi rifugiandosi in se stessi. Grottesco. Il lato più ridicolo, però, non lo vediamo mai, perché il lato più ridicolo è sempre quello tenuto nascosto.”
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