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lacrime e miele
Questo romanzo si sviluppa per quasi tutta la sua interezza come la classica storia rosa. Di un bel rosa confetto è la protagonista, che pur divorziata ha una vita vicino alla perfezione: giornalista affermata che si barcamena bene con un figlio adolescente, mantiene rapporti civili con l'ex marito e si fa pochi patemi d'animo nell'essere single. Bella da far girare la testa agli uomini non faticherebbe comunque a trovarsi compagnia. Il protagonista maschile non sfugge ai canoni di perfezione dei romanzi di questo genere: bello, ombroso, triste per la perdita della moglie. Incapace di lasciarla andare le scrive struggenti lettere d'amore che mette in una bottiglia e getta nell'oceano. A intercettarle è Theresa che dapprima le pubblica sulla sua rubrica e poi si getta alla ricerca di questo misterioso G. Lo trova, se lo lavora per bene, ha la presunzione di offendersi quando lui trova per caso le lettere e le chiede spiegazioni. E via su questa linea. Solo il finale si è scostato, e mi ha fatto piacere, dal resto del libro. Nel complesso penso che l'idea di fondo del libro non sia male, probabilmente scrivendo in modo più frizzante e strizzando meno l'occhio alle appassionate di romanzi rosa ne sarebbe uscito un lavoro di gran lunga più coinvolgente.
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