Dettagli Recensione
SEMPLICEMENTE PERFETTO
Stile:10
contenuto:10
piacevolezza:10
Ammetto tuttavia di non aver tratto proprio piacere nel leggere Lolita. Come ben tutti sappiamo, il famosissimo libro di Nabokov racconta l'amore perverso tra un pedofilo, Mr. Humbert, e Dolorez Haze, la sua ninfa, il fuoco dei suoi lombi, il suo peccato, la sua anima, nonchè figliastra di dodici anni. Non riesco a provare pena per Humbert che si strugge per l'impossibilità del suo amore, e non provo empatia per le sue sofferenze. Di base lui violenta Lolita, è con lei un orco possessivo che le proibisce di avere contatti con altri bambini e cerca di tagliarla da ogni relazione con la famiglia: la madre di Lolita muore in un incidente mentre la figlia è al camposcuola, e lui le terrà nascosta la verità solo per poi rivelargliela brutalmente, le mentirà dicendo che la casa della madre è stata venduta, non le rivelerà mai il suo luogo di sepoltura. La convincerà ad accettarlo come patrigno e la violenterà ogni notte. E quando Lolita andrà al liceo femminile avrà pessimi voti, in quanto troppo impegnata a soddisfare le voglie del patrigno per studiare.
Ma l'amore che lui ha per lei, come lui la dipinge e la descrive, quello beh...è sublime. Lui la idealizza e la mette su un piedistallo, per lui Lolita è una dea da venerare, è un personaggio di una tragedia e lui è Shakespeare, è la musa che ispira le sue poesie, è una diva del cinema e lui il suo vecchio e umile compagno che la segue nell'ombra.
Il libro è narrato dal suo punto di vista, e se non si presta attenzione si cade nella trappola di comprendere i dolori del povero Humbert.
Lui ama Lolita come farebbe un adulto, ed è quasi impossibile non rispecchiarsi nei suoi sentimenti: Humbert spera di poter passare del tempo da solo con lei durante un picnic, o capita per caso nella sua stanza per vedere se lei è disposta a parlargli per un po'. Le compra regali per farle piacere, cerca di organizzare gite in montagna. Si fa tremila film mentali dove lui e Lolita sono i protagonisti. Ma cosa sono, poi, questi film mentali? Il marcio è sempre lì dietro l'angono, e lo si nota da tanti, piccoli particolari:
Humbert spera che in quel noioso picnic di famiglia lui possa fare una passeggata con Lolita e poterle dare un bacio, che tradotto sarebbe: un uomo di quarantanni spera di rimanere da solo nel bosco con la figliastra dodicenne, così può molestarla.
Oppure, Lolita finalmente entra in camera sua per dargli attenzioni e mostrargli uno dei suoi disegni: Lolita ha 12 anni e mostra al patrigno uno dei suoi disegni, e la cosa peggiore è che agli occhi di Humber questo è un tentativo di seduzione. Tanti gesti quotidiani di Lolita (mangiare una mela, leccare un lecca lecca) sono percepiti come moine sensuali e ammiccanti.
E la cosa più terribile è che anche il lettore gli reinterpreta in questo modo!
Lolita è stato il romanzo più frainteso della storia. Prima si riteneva fosse un racconto erotico, ma una volta diventato famoso, è stata Lolita a passare dalla parte del torto, entrando nell'immaginario collettivo come l'adolescente che provoca il vecchio signore. E invece no! E' tutto nella testa di Humber e Nabokov lo descrive molto bene: persino la famosa scena di Lolita che, con occhiali da sole a forma di cuore, prende il sole in bikini con un lecca lecca è stata fraintesa. Stiamo parlando di un'adolescente che lecca un lecca lecca e ha gli occhialoni a forma di cuore, quante ragazze lo fanno, ogni giorno? Perchè nell'mmaginario collettivo è lei, quella provocante, e non lui il perverso?
Nabokov è riuscito con ampia maestria a descrivere le passioni e i dolori di un pedofilo e far sì che la folla empatizzasse con lui, e che anche la folla potesse dire: è vero, Lolita lo ha provocato.
Ma ok. Tuttavia, il contenuto è favoloso, ricco di colpi di scena, e la personalità problematica di Humbert viene colta dal lettore più attento (quando lo leggerete, notate per favore come si esprime il signor Humbert: usa solo pleonasmi, frasi allegoriche, comparazioni eroiche. Parole assolutistiche, anche. Indice di una personalità non normale).
Un tema così controverso è trattato con maestria ed ironia, e il libro non è mai pesante, ma sempre scorreole, sebbene a tratti sia molto difficile da digerire e ti faccia sentire male con te stesso.
Infine, lo stile: sorprendente. Maestrialmente scritto, ma non solo. Notate la ricchezza del vocabolario. Le figure retoriche, il linguaggio. E cosa più sorprendente: venne scritto in inglese, che non era la lingua madre di Nabokov. Nabokov era russo ed era emigrato negli Stati Uniti solo da pochi anni. E dopo pochi anni già parlava con tanta maestria una lingua non sua! Infatti, so che fu proprio il caso letterario dello "straniero che parla meglio dei nativi". Incredibile.
Lolita è un libro da non perdere.