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L'aldilà, le verità e le ricerche
L'altro mondo in che senso? La terra di chi non ha sepoltura, la terra rigogliosa di alberi dalle fronde che vibrano come battiti immersi in praterie, foreste di bambù ed un fiume limpido a farne da cornice.
Un mondo in cui si percepiscono sorrisi, lacrime che non esistono ma che toccano le anime in un contesto nel quale non ci sono differenze sociali, non ci sono odi, rancori e disumanità, non può che essere il regno dei defunti. Eppure tutto ciò appartiene alla terra di chi non ha sepoltura perché non non possiede una tomba nell'aldiqua.
Yang Fei ha poco più di 40 anni quando a causa di un'esplosione nella locanda in cui si trova, lascia questo mondo, dice addio alla Cina dei vivi. Nei 7 giorni successivi ci guida tra scheletri, ricordi, rancori, gioie e soprattutto sofferenze della vita che ha da poco abbandonato. Molte le vite che si intrecciano e si ritrovano nella terra di chi non possiede la tomba per riposare "in pace". Riposare in pace o vivere in eterno in questa landa rigogliosa è anche il dubbio che sorge tra gli scheletri.
Yang Fei vaga per 7 giorni alla ricerca di un uomo vestito con la divisa da ferroviere, nuova di zecca, zelante nel lavoro e dotato di un profondo senso di amore perché il legame padre/figlio non ha abbandonato le anime che restano dopo la vita. Un sentimento che merita essere scoperto fino al fondo del racconto.
La scrittura lineare, calorosa e molto evocativa di Yu Hua avvolge e accompagna il lettore ma la penna dell'autore non ci vuole parlare solo dell'aldila, bensì della Cina di oggi, delle incongruenze, scandali, mezze verità e del decadimento di principi e sentimenti. Il mondo dei vivi che ha perso l'umanità, che ha distrutto paesaggi e cuori e persone. I racconti infatti si intrecciano con molta sapienza ed in modo chirurgico toccano la cronaca, l'attualità e la denuncia. Un mondo di vivi che ha smarrito il senso di umanità, dell'aiuto reciproco. Persone sempre di corsa che non si ascoltano in cui tuttavia germogliano vite, piccole esperienze che lasciano le dovute speranze.
"niente parole, niente gesti, solo uno scambio di sorrisi muti. Sediamo in silenzio senza altro scopo se non avvertire che non siamo soli. Siamo insieme"