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Un inciampo...
Ian McEwan mi piace, tanto.
Ho letto diversi suoi libri e continuerò a farlo, ma questo è proprio un no.
Per carità, scritto bene, benissimo (come lui sa fare), nessuna sbavatura...ma questo racconto (breve, brevissimo) mi ha lasciato veramente poco, sia in termini di originalità della storia, sia per le riflessioni scaturite durante e dopo la lettura.
McEwan per me è ben altro.
È quello che mi si è appiccicato addosso con Il giardino di cemento, quello che mi ha inquietato con Cortesie per gli ospiti, quello che ha fatto delle parole uno strumento potentissimo con Espiazione, è colui che mi ha turbato con Bambini nel tempo, è quel geniaccio che ho trovato Nel guscio...insomma niente a che vedere con questo appena letto.
E il breve saggio sull'Io che segue il racconto, sicuramente per un mio personale limite nei confronti dei saggi (in generale), mi ha annoiato.
Certo, dimostra quanto lui sia bravo a scrivere, ma questo lo sapevo già...
Forse c'era solo bisogno di pubblicare qualcosa in occasione del suo settantesimo compleanno, non so...
Insomma, un piccolo inciampo, che dimenticherò in fretta e che di sicuro non mi impedirà di continuare a leggerlo.
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Commenti
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E pensare che vorrei approcciarmi a McEwan ma finora non mi è riuscito. "Nel guscio" l'ho lasciato a metà perché non mi piaceva, forse lo riprenderò. Dovrei provare con "Espiazione"?
Lui a me piace molto, io ho apprezzato anche "Nel guscio" però...quindi magari potrebbe essere un autore non in linea con I tuoi gusti, chissà...dagli un'altra chance.
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