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Realtà frammentaria e mondi sovrapposti
In “ L’ assassinio del Commendatore. Metafore che si trasformano “ continua il viaggio del protagonista tra realtà e sogni, idee e desideri, un flusso catalizzante il complesso mondo interiore ed artistico che gli appartiene.
Quattro quadri da lui dipinti inviano segnali in attesa di essere svelati, le vicende in essi rappresentate si intrecciano, attimi di memoria condivisi, insieme a quel “ Ritratto del commendatore “ da cui tutto è nato, un oggetto misterioso e ricco di storia riesumato frettolosamente da un sottotetto.
Quadri narranti storie belliche di un passato lontano, un padre dallo spirito indomito ed ingombrante, uno zio suicida al termine del conflitto sino-giapponese, e storie del presente, una ragazzina perspicace il cui ritratto rivela un flusso definente, un eccentrico vicino di casa che nasconde un segreto da scoprire, una buca in mezzo al bosco, un uomo misterioso con una Subaru Forester Bianca.
Percorsi unici, confusi, irreali, onirici, i soliti percorsi di Murakami, invenzioni narrative tra simbolismo, arte, musica, cucina, ed idee divenute personaggi, semplici metafore del reale.
Continua un percorso mentale ed auto definente, in completa solitudine, per ritrovare sentimenti deposti e figure care tuttora esistenti, la pittura motore e cura, flusso condiviso, perché l’ arte da’ forma e definisce i ricordi fissandoli, è memoria del tempo.
Ed allora una giusta raffigurazione diviene rappresentazione soggettiva oggettivata, scambio e relazione, accesso parallelo ad un mondo di percezioni.
Comunanza, perdita, memoria, solitudine, il protagonista si assenta per pochi giorni alla ricerca di Marie, l’ enigmatica e fascinosa tredicenne da lui ritratta e scomparsa senza lasciare traccia,
calandosi in una botola che da’ accesso ad un sentiero impervio, labirinto fisico e mentale.
Idee che uniscono due storie, una botola accesso ad un mondo sommerso, sgusciando nello stretto sipario tra realtà e nulla, la riva di un fiume ed un enorme bosco da attraversare, bevendo l’ acqua del mondo metaforico, un luogo senza tempo, ma saranno sempre le proprie mosse a generare risposte pertinenti frugando nei ricordi.
Entrambi, alla fine, sveleranno un percorso personale incredibile ed immaginario, così reale nella propria idea, un viaggio nel quale tutto è stato possibile, figure minute e parlanti fuoriuscite dai dipinti, alcune senza volto, ad indicare una via, a modificare gli eventi, semplici pensieri mutanti al cospetto della persona a cui si mostrano, doppie metafore, specchio riflettente l’ anima di chi lo guarda.
La fine del proprio viaggio ha modificato la vita altrui, nel presente un segreto da condividere e segreti da non svelare, perché nessuno si conserva così come è e nulla è compiuto perfettamente.
Forse semplici storie da attraversare, esperienze da cui prendere o allontanarsi, alcune continueranno a vivere nella propria memoria, per sempre, insieme ad oggetti smarriti che ci hanno consegnato altro.
Oggi il protagonista vive una nuova forma di grazia, la pittura come sussistenza, un ritorno alle origini, una scelta precisa nata da ciò che è andato distrutto. Sta a lui farne tesoro, non trascinando la propria vita in un dubbio poco edificante perché essa si rinnova continuamente, alcune cose perse per sempre e continuando a raccontare una storia, accaduta veramente…
“ Metafore che si trasformano “ riabbraccia il Murakami più noto, artista del dubbio, illustratore onirico, illusionista di mondi dissolti.
Apprezzabile il viaggio agli inferi del protagonista, ed il suo rapporto con Akikawa Marie, la ragazza del dipinto, un sentimento condiviso ed uno stato di affinità permanente che si nutre d’ altro.
L’ universo dell’ autore si muove su piani sovrapposti, tra domande insolute, risposte inaccessibili, una fragilità di fondo.
Ed è proprio questo sconfinato spazio frammentario, fantasioso, misterioso, onirico ad esprimerne l’ essenza, altrimenti poco includente, una quotidianità apparentemente ovvia e lontana da qualsiasi forma di arte e ricerca definente, oggi finalmente significante in una rinnovata percezione di se’ e del mondo.