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In un chiaro, gelido mattino di gennaio all'inizio del ventunesimo secolo 2019-01-24 18:03:35 68
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68 Opinione inserita da 68    24 Gennaio, 2019
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Frammenti di vite e sentimenti

Una lungo racconto ci guida in un viaggio dalla periferia al cuore di una Berlino multietnica , sventrata e ricostruita più volte, all’ inseguimento di un lupo avvistato, fotografato, scomparso, riapparso, un po’ reale ed un po’ immaginifico, creatura smarrita che popola sogni e racconti, realtà paurosa e suggestione amplificata da esorcizzare.
Una narrazione frammentaria, minimale, spesso impersonale, dialoghi tronchi e monologhi silenti, un palcoscenico riempito e svuotato da solitudini ambivalenti, realtà e fantasia riflesse nella dura battaglia per la sopravvivenza, un senso di vuoto sempre presente, visione reale e fantomatica di una creatura mutante nel mezzo di un reale precario, ossessivo, destabilizzante.
Protagonisti di storie diverse, parallele, confluenti, intrecci fugacemente condivisi, più spesso lontani e dissolti. Storie di solitudini, speranze, impossibilità dialogica, tradimenti, cambiamenti, partenze, ritorni, nostalgia, storie di niente.
Due adolescenti in fuga da famiglie evaporate da tempo, il fallimento di una madre senza nome che insegue il proprio passato, un padre alcolista in cure psichiatriche sulle tracce del figlio, due immigrati in cerca del proprio destino, una giornalista in erba a caccia di scoop, un caro amico scomparso, un medico che si chiede quante persone abbia realmente aiutato, un corpo senza vita schienato nella neve, una prolungata crisi di coppia, un ex insegnante senza più voglia che vive in solitudine.
Berlino è immersa in un inverno lungo ed assai freddo, coperta di neve e paura, la propria paura, eco smisurata e paralizzante che diviene tensione latente e riporta il ricordo vivido di un muro a dividere una città spezzata, di una giovinezza spensierata, di sogni mai realizzati ed infranti, di giorni persi nel nulla.
Passato, presente e futuro vivono di scambi generazionali affrettati ed inconcludenti, inframmezzati da immagini e descrizioni personali di una creatura feroce e mutante che lascia impronte di morte insieme a pensieri che riportano ad eterogenei momenti di se’.
L’ efferatezza del lupo rimbalza la storia dei protagonisti mettendoli di fronte a se’ stessi, misteriose presenze a guidare percorsi diversi nella minimale narrazione di fatti e sentimenti; nella fiaba contemporanea la fiera selvaggia è una suggestione che passa e svanisce nel nulla, paura e diversità, ma anche forza, mistero e senso di libertà, sulle sue tracce ipotesi, immagini, relazioni ed incontri, ed un percorso ondivago, come quelle vite, passate e dissolte, rimaste solo nella propria indecifrabile essenza.
Quello che parrebbe un romanzo di relazioni monche si tinge di giallo per declinare in una fiaba ( nell ‘ idea ) non fiaba ( nella collocazione, nei fatti e nelle relazioni ) contemporanea e metropolitana dall’ esito inevitabile e sfuggente.
Idee elaborate e corroborate da una trama che è attesa di niente, rappresentazione di singoli eventi, volti e storie prosciugate dal respiro della vita.
Romanzo d’ esordio di Roland Schimmelpfennig, uno dei più celebrati drammaturghi tedeschi contemporanei, “ In un chiaro, gelido mattino di gennaio all’ inizio del ventunesimo secolo “ a mio avviso è un’ opera ben scritta che esprime una certa profondità di relazioni e sentimenti, con incastri ben studiati, volutamente priva di armoniosa presenza, un viaggio definente la precarietà di vite sottratte a protagonisti sovente senza nome .

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