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Tre piani
 
Tre piani 2019-01-13 20:27:07 marinablu
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Stile 
 
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Piacevolezza 
 
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marinablu Opinione inserita da marinablu    13 Gennaio, 2019
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TRIS FREUDIANO

Tre vite, tre confessioni, tre voci intime
Es, Ego e Super-io
Siamo nella periferia di Tel Aviv, un'area "borghese", un’oasi di pace dove tutto è perfetto e in ordine....questo romanzo si divide in tre linee narrative, ciascuna corrispondente a un personaggio che vive su uno dei tre piani dello stesso edificio...ma dietro quelle porte blindate cosa c’è? Al primo piano, c'è Arnon, un padre ossessionato dall'idea che la sua bambina possa essere stata molestata. Al secondo piano c'è Hani, una madre e una moglie il cui marito è sempre fuori per lavoro, profondamente infelice per la monotonia della sua vita. Dvora, un giudice in pensione, vive al terzo piano, suo marito è morto, per suo figlio lei, “Dvora”, è un’estranea , e ora deve costruirsi una nuova vita e lo deve fare per se stessa.
Attraverso il modello di coscienza di Freud, Nevo ci racconta le vite interconnesse di questi tre personaggi, ci confida le loro coscienze turbolenti, ci sussurra i loro segreti, ci fa leggere le loro confessioni…. Ma le loro confessioni sono ingannevoli? I tre narratori promettono di dirci "tutto". Ma cos'è esattamente "tutto"? È tutto ciò che è successo? O tutto ciò che ci diciamo per giustificare ciò che è successo?
Di personaggio in personaggio abbiamo l’es la parte più oscura della nostra personalità, vivere di istinti e di impulsi, abbiamo l’ego che cerca di conciliare i desideri con il principio di realtà e infine c’è il super-io la voce autocritica, quella coscienza morale che mette un freno agli impulsi.
Scritto con uno stile sobrio è un racconto coinvolgente e pieno di suspense perché l’autore ha la capacità di far “brillare” i suoi personaggi caricandoli di tensione proprio nel bel mezzo della loro vita apparentemente tranquilla , così appena ogni personaggio inizia, a modo proprio, a raccontare sorge nel lettore la voglia di capire come va a finire e si percepisce proprio la voglia che ognuno di loro ha di parlare, di confidarsi, come se traducendolo in parole un peso fosse meno pesante…“L’importante è parlare con qualcuno. Altrimenti, tutti soli, non sappiamo nemmeno a che piano ci troviamo, siamo condannati a brancolare disperati nel buio, nell’atrio, in cerca del pulsante della luce”.

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