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Da leggere ma non rileggere
Restando in superficie potrei dire che è la storia di un uomo fortunato.
E’ effettivamente ciò che ho pensato alla prima pagina, leggendo un concetto come “Sono vecchio, invecchio lentamente e mi hanno detto che per questo, Dio mi ha sorriso”.
Beh, chi non vorrebbe poter vivere cavalcando i secoli? Chi non vorrebbe insegnare al prossimo la storia dell’umanità affermando di averla vissuta sulla propria pelle? A questo punto, chi non vorrebbe vivere da semi-dio e innamorarsi di una donna “normale”, di una lei che vive meno di un secolo? Ops.
Ed ecco perché Tom, il protagonista non tanto fortunato, si definisce maledetto e nel corso del romanzo descrive il modo in cui ha gestito la sua “disfunzione” in una vita costellata di avventure per mare, villaggi, città sperdute e metropoli in tempo di guerra, di pace e di confusione.
L’uomo che vive attraverso i secoli è un topos delle letteratura, per cui niente di geniale sotto il punto di vista della trama, il che non fa di questo un libro da scartare a prescindere, con l'accusa di non dare nulla di nuovo; anzi credo che sia valido per come è organizzato l’impianto narrativo: non lineare per quanto riguarda l’arco temporale degli eventi ed appagante ogni capitolo in inizia e si esaurisce un argomento lasciandomi fino alla fine con la stessa domanda (e adesso che succede?).
Questa disposizione e linguaggio lo rendono facilmente comprensibile.
L'elemento che ho apprezzato di più è il protagonista, in lui ho notato la bravura dell'autore nel costruire un personaggio più credibile della storia e degli eventi, un Tom smarrito e malinconico, umanissimo nella sua condizione eccezionale.
Si tratta di una personalità senza ghingheri, mossa da desideri così comuni, -come ritrovare la propria figlia perduta e sentirsi libero di amare e specialmente di essere amato per l'uomo che è-, da permettere al lettore di sovrapporsi a lui e di immedesimarsi tanto da sentirsi anch'esso un "alba".
E' ben sviluppato anche il tema del segreto, di un non-detto che Tom si porta dentro che lo rende frustrato e insicuro, portandolo, per la volontà di proteggere i suoi affetti, ad affidarsi alle mani sbagliate.
Tutti gli altri personaggi non sono egualmente degni di nota, ecco perché non do il massimo dei voti e non mi interessa se costruire dei buoni personaggi non è il primo obiettivo di Haig; perché per un buon libro è quello che descrive l'anima umana e non in modo così credibile che solo attraverso quella visione la storia si impregna di realtà.
Con un libro io voglio conoscere una o più persone.