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La vita che scorre, la vita che va.
Il vincitore del Premio Nobel per la Letteratura 2017 Kazuo Ishiguro torna in libreria con un racconto della brevissima durata ma di grande entità. L’opera presentata, di fatto già pubblicata nella raccolta “Notturni. Cinque storie di musica e crepuscolo” nell’anno 2009 da Einaudi, narra dell’incontro tra Jan, chitarrista di origine sovietica e Mr. Gardner, il crooner, il vecchio cantante dell’infanzia di Janek e di sua madre, che è in visita a Venezia con la moglie Lindy, donna con cui è sposato da ben ventisette anni. Quando dunque Jan in una sera come tante delle sue esibizioni si rende conto di trovarsi al cospetto di colui che negli anni della sua giovinezza ne aveva colorato le note e dato voce alle sonorità, decide di farsi coraggio e di presentarsi a quell’uomo solitario e apparentemente distratto, con la mente altrove. L’artista si dimostra disponibile con il ragazzo tanto che quando apprende del suo mestiere non esita dal chiedergli una cortesia: desidera dedicare una serenata alla compagna e vorrebbe essere accompagnato da lui e dalla sua chitarra. E così Jan, Mr. Gardner e Vittorio, il gondoliere, partono alla volta della finestra dell’amata. La serenata ha luogo, tocca le corde più intime di ciascuno dei due coniugi eppure, in quell’attimo di puro e genuino romanticismo e sentimento scorrono delle lacrime, lacrime che non sono di felicità quanto di disperazione perché nonostante quell’amore perpetrato negli anni sia ancora vivo in entrambe i cuori, alla coppia non resta altro che separarsi. Quello a cui il musicista ha presenziato è stato infatti l’ultimo loro viaggio insieme.
Tony cerca di spiegare le ragioni di quella separazione, motivazioni che possono essere più o meno profonde ma che di fatto non sempre sono comprensibili o fondate. Talvolta, le circostanze della vita sono tali che non si può far altro che prendere decisioni irreversibili, brutali. Al lettore, a cui questa ragione viene rivelata, non può che restare un retrogusto amaro che si mixa e confà perfettamente a quel senso di malinconia che avvolge l’intero scritto.
Un racconto molto particolare è Crooner. Se deciderete di leggerlo al suo interno rivivrete le sensazioni dell’amore, del romanticismo, della sfuggevolezza di quel tempo che inesorabilmente passa, sfuggendo dalle mani, senza mai tornare indietro, senza mai concedere seconde possibilità, senza mai dar adito a quel rilancio tanto auspicato, cercato e desiderato, all’egocentrismo, al dolore, alla separazione, al sogno che si realizza, alla riflessione sull’idealizzazione di un personaggio e il suo vero essere, alla superficialità.
A far da cornice alle vicende, le immagini della fumettista Bianca Bagnarelli.
In conclusione, una piacevole lettura da collezione che risente della mancanza degli altri racconti destinati al tema che se inclusi nella raccolta avrebbero esaurito e soddisfatto completamente l’argomento “musica e crepuscolo”.
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