Dettagli Recensione
La bambina che non esisteva
Notevole la struttura narrativa. Un lessico dal sapore magico. Un affresco dell' Afghanistan e dei suoi problemi puntuale e sconvolgente:le devastazioni della guerra, l'invadenza degli stranieri, la fame durante i lunghi inverni del nord che costringono chi ha i mezzi a spostarsi al sud, mentre i poveri, se non trovano appoggi, rischiano la morte. Samira, la bambina educata a comportarsi come un maschio per evitare al padre
l' onta di non avere avuto un primogenito maschio, diventa, dopo la morte del padre, la guida e la protezione della famiglia. Il suo coraggio e il suo amore per la libertà si trasmettono ai fragili e ai disperati. La sua condizione di Samir/Samira le fa vivere avventure, situazioni ambigue che risolve sempre grazie alla sua tenacia. Verso la fine del romanzo i colpi di scena si susseguono a ritmo incalzante. Consapevole di una situazione ai limiti dell' assurdo, Samira prende coscienza che deve fare una scelta. Supera i dubbi e decide di riappropriarsi della sua identità femminile ma reclama la parità con l' uomo. Per ottenerla lei, la madre e un' altra ragazza vanno di villaggio in villaggio ad insegnare alle donne a leggere e scrivere. Un' altra bella testimonianza dell' impegno delle donne afghane di voler riconosciuta e realizzata la loro dignità.