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La straniera
 
La straniera 2018-12-25 22:50:58 BettiB
Voto medio 
 
3.5
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
4.0
BettiB Opinione inserita da BettiB    26 Dicembre, 2018
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Harmony ma con perfetta ricostruzione storica

Nutro sentimenti profondamente contrastanti verso questo libro e in generale verso questa saga.
Il mio lato irrazionale e "di pancia" si è profondamente affezionato a tutti i personaggi e alle loro vicende, fantasticandoci sopra e rileggendo spesso alcuni capitoli sparsi qua e là. La mia parte razionale e più critica nutre invece diverse riserve proprio sugli elementi portanti del libro: i personaggi, la trama, lo stile (mi chiedo ancora perché ho letto tutti i libri e non mi sono fermata a quando ha iniziato a degenerare in modo esagerato...)
Ma andiamo con ordine.

Outlander - La straniera, primo libro di questa immane saga, racconta di Claire, giovane neosposina e infermiera reduce dalla Seconda Guerra Mondiale che può finalmente ricongiungersi con il marito, storico di professione. I due tentano di rivivere una sorta di seconda luna di miele a Inverness, nelle Highlands scozzesi. Durante una delle sue passeggiate in solitaria alla ricerca di specie di piante e fiori curativi (passione di Claire), la ragazza capita in un antico luogo sacro, Craigh na Dun, e viene catapultata indietro di 200 anni. Totalmente spaesata comincia la sua avventura tra i clan scozzesi: prima tentando di fuggire disperatamente per tornare nella sua epoca e da suo marito Frank, poi iniziando a nutrire un'ardente passione che sfocia in amore verso Jaime, un giovane scozzese parte del clan che si trova costretta a sposare per sfuggire all'arresto da parte del generale inglese Randall che è 1. antenato di suo marito e 2. particolarmente accanito contro Jamie. A tutto ciò si intrecciano le vicende storiche di una Scozia in subbuglio, seguace di Bonnie Prince Charls, con i giacobiti che iniziano a far sentire la propria voce e che porterà poi al massacro di Culloden.

Questo il riassunto estremamente spicciolo della trama di questo primo libro. In realtà le vicende sono tantissime (davvero tantissime!), sembrano delle vere e proprie puntata di una serie tv - come se la scrittrice ben sapesse che il materiale poteva trasformarsi facilmente in un telefilm. E forse proprio qui cominciano le note dolenti.
Le vicende sono appunto degne di una serie tv... in modo esagerato. Succede di tutto, estremi pericoli e rischi di morte ad ogni angolo, una pagina dietro l'altra. Posso capire le difficoltà e gli ostacoli della vita del '700 nelle highlands, ma Claire e Jamie sono particolarmente sfortunati! Perseguitati, perennemente in viaggio, imprigionati più e più volte, torturati... ad ogni pagina! E' tutto un po' "too much" da credere, persino per quell'epoca.

Poi, i personaggi. Per quanto il mio inconscio perdutamente romantico adori il tipo alla Jamie Fraser - bellissimo, coraggioso, impavido, sempre giusto e rispettoso, aperto e comprensivo, sensibile, eccetera eccetera - avrete capito da voi da questa breve descrizione che è il tipico uomo perfetto in stile harmony. E Claire... la più bella di tutte, pure lei coraggiosissima, non si piega davanti a niente, passa sopra a tutto pur di averla vinta... altro personaggio TROPPO perfetto, troppo stereotipato, i cui "difetti" sono in realtà unanimemente apprezzabili. Per quanto riguarda la costruzione dei protagonisti direi che non ci siamo troppo. Decisamente troppo harmony.
Un pochino meglio forse i personaggi secondari, forse perché la Gabaldon ha potuto sbizzarrirsi un po' più con la fantasia, ma qui l'approfondimento è talmente lieve che non si può davvero dire.

Lo stile dell'autrice, Diana Gabaldon. Di lavoro la Gabaldon studia, e in questo caso la ricerca storica che ha fatto per la saga di Outlander è a dir poco impeccabile: descrive l'epoca con un senso di vicinanza incredibile, tanto da portarti a credere di conoscere a menadito usi e costumi delle Highlands (prima) e delle prime colonie americane (poi). Storicamente ineccepibile. Sia per quanto riguarda il lato storico quindi vicende, fatti, date, personaggi, risvolti storici ecc., che, soprattutto, per il modo di vivere e la quotidianità di uomini e donne della metà del '700. Come mangiavano e cosa, come si lavavano, vivevano, cucivano, dormivano...ma anche come si curavano (Claire è un medico) che è forse uno degli aspetti che mi è più piaciuto e mi ha più incuriosito dell'intero libro. Quindi questo ottimo!
Lo stile, d'altro canto, è molto semplice, elementare. Scorrevole, fluido, certo, ma veramente molto elementare. Dialoghi stereotipati quanto i personaggi (a volte decisamente fuori da ogni grazia: frasi che pure negli harmony suonerebbero non credibili, melense, esagerate!), nessuna grande perla - nemmeno quando si capisce benissimo che l'intento primario dell'autrice era proprio quello di piazzarti la perla di saggezza. Su questo a mio parere non ci siamo.

Capite quindi perché sono così combattuta. La mia "pancia" ha letto con piacere i primi libri, ha seguito le vicende dei piccioncini e soprattutto ha imparato un sacco di cose sulla storia scozzese e inglese. Ma la mia parte razionale da lettrice critica riconosce le falle evidenti che ci sono.

E soprattutto, come già detto prima di me: LA SAGA NO. Le vicende di molti personaggi potevano concludersi in modo lineare molti molti libri prima! Non capisco il senso di continuare a sfornare un libro dietro l'altro, quando diventa sempre più palesemente evidente il carattere "forzatamente seriale" delle vicende, che perdono ogni credibilità e diventano al pari di Beautiful!!! Bastavano i primi due, esageriamo, tre libri. Volendo strafare: ok fino all'America perché chiude una sorta di cerchio (SPOILER: si riuniscono, Jamie conosce la figlia, eccetera). Ma poi BASTA. Si è perso completamente il senso e ripeto: Beautiful versione scozzese, con dialoghi ancora più pessimi, scene originali ridotte a meno di zero. Peccato.

Indicazioni utili

Lettura consigliata
  • no
Consigliato a chi ha letto...
Consiglio solo i primi libri, NON la saga!
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70
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Commenti

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Ciao Betti, mi sento in dovere di difendere leggermente questo romanzo. Sono d'accordo con te in moltissimi punti e anche io consiglio di leggere i primi 3 libri della saga, il resto lasciamo perdere infatti anche io l'ho interrotta al settimo libro. Io non amo i romanzi d'amore e ne leggo pochissimi ma a mio avviso La straniera è davvero un bel libro nel complesso, a me è piaciuto tanto aldilà di tutte le critiche che si possano fare e credo che non si possa classificare come harmony perché ne è ben lontano! Questo è il mio modesto parere.
Marta

30 Marzo, 2020
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Questo libro mi è stato regalato per il mio trentesimo compleanno, da un mio caro amico che mi conosce TROPPO bene perché io possa credere che lo abbia saggiamente letto a sua volta prima di regalarmelo.
Ho letto questa recensione e sono d'accordo su ogni cosa. Mi è capitato sotto mano un libro sentimentale mezzo erotico, una volta, in adolescenza. Non mi è mai piaciuto il genere sentimentale, a meno che non fosse un pretesto per descrivere in modo impeccabile il mondo circostante. Quindi ho deciso di dare una chance a questo qui e continuare fino in fondo, considerando che alla fine è pur sempre un genere letterario (sebbene non riuscissi a trovare un mordente che mi spingesse a continuare - non si fa che parlare di Claire e Jamie, Jamie e Claire, madonna mia che noia). Fortunatamente, il fatto che, come dici, lo stile di scrittura è più che scorrevole, mi ha reso decisamente facile arrivare fino alla quattrocentesima pagina.
Il momento che mi ha lasciato basita, senza parole, arriva verso pagina 400, quando lei viene malamente (e sottolineo MALAMENTE - al punto che per tutto il giorno dopo FATICA A CAMMINARE) picchiata da Jamie, per "punizione".
...
Ora, io posso anche capire che stessimo parlando del 1700 scozzese e che quella fosse una delle tragedie che una donna dovesse patire in quel tempo buio.
Ma.
MA.
M A Claire appartiene al 1945, Claire ha una CAZZO di coscienza moderna, e NON ESISTE NEMMENO LONTANAMENTE che una persona (DONNA. MOGLIE.) SANA di mente decida, IL GIORNO DOPO, di andare per i boschi con Jamie, ascoltare le "buffe storie" di Jamie e sorridere a Jamie.
Mi è venuto meno il coraggio di leggere oltre per confermare i miei presentimenti, ma credo di aver letto abbastanza da dubitare fortemente che la scrittrice voglia farci addentrare in una atroce sindrome di Stoccolma, dalla quale la protagonista faticherebbe parecchio a uscire fino a ricongiungersi con il suo reale marito nei giorni civili.

In attesa che la brace del barbecue sia pronta per rosolarci sopra il libro, sto tentando disperatamente di trovare qua e là per l'internet una recensione che tratti accuratamente la questione della deliberata accettazione della violenza domestica da parte di Claire, della scrittice, dei produttori della serie e di TUTTI i lettori/spettatori che si sono trovati davanti a questa scena.

Da psicologa, posso dire di essere davvero rimasta allibita. E di essere anche parecchio preoccupata dell'impatto che questa lettura "leggera" può avere, se presa, per l'appunto, alla "leggera".
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