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L'isola sotto il mare
 
L'isola sotto il mare 2018-12-25 22:05:11 BettiB
Voto medio 
 
3.3
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
3.0
BettiB Opinione inserita da BettiB    26 Dicembre, 2018
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Zaritè e la storia di un popolo

E' il terzo libro di Isabel Allende che leggo e mi lascia un po' interdetta. Ho profondamente adorato il primo, "La figlia della fortuna", mentre la lettura del secondo, "La casa degli spiriti", è stata veramente ostica. Non so dirne il motivo, perché la scrittura della Allende è sempre molto pulita, semplice, altamente descrittiva. Forse, per una volta, la vera differenza la fa la trama.

L'isola sotto il mare è la storia di Zaritè, una schiava cresciuta in quella che oggi è Haiti, di proprietà di un ricco francese padrone di una piantagione da zucchero e numerosissimi altri schiavi.
Ma è anche la storia di Santo Domingo, della colonia e della rivoluzione che ha cambiato la storia di migliaia di persone, schiavi e proprietari terrieri. E' la storia di francesi, spagnoli e americani, di un'America in divenire, degli schiavi e delle loro esistenze. E' la storia della storia, di un popolo. E dentro a tutto ciò è la storia di tante vite che si intrecciano e crescono e, in alcuni casi, muoiono.
Zaritè viene prima acquistata da una bellissima mulatta che mantiene sé stessa e la fedele Loula grazie alla sua bellezza, poi venduta a Valmorain, con cui vivrà per la maggior parte della sua vita: con la prima moglie, accudendone i figli, innamorandosi di un suo schiavo, aiutandolo a fuggire quando i ribelli assaltano la piantagione, seguendolo a New Orleans e vedendolo ricostruire la sua vita con una nuova piantagione, una bella casa in città, una nuova moglie. Tenendo duro, con impressionante dignità ma mai sfacciataggine, Tetè riesce a conquistarsi la libertà, a vivere per sé stessa, sempre pensando però al prossimo prima che a sé stessa, sempre felice nonostante le atroci difficoltà che è chiamata ad affrontare.
Questa la storia a grandi linee: non scendo nei particolari perché 1. sarebbe impossibile riassumere fedelmente tutte le delicate storie che la Allende intreccia in questo romanzo e 2. non voglio rubare a nessuno il piacere di conoscere e seguire da vicino le avventure di tutti i personaggi di questo libro.

Perché non solo Tetè, ma Gambo, Tante Rose, Violette, Rosette, lo stesso Valmorain, e Maurice, e Sancho... tutti sono personaggi completi, vivi, che si muovono davanti agli occhi del lettore, hanno personalità e vita propria. Sono veri, credibili, realistici. Da questo punto di vista la Allende ha sempre avuto una capacità incredibile: tratteggiare un mondo e delle persone che ci vivono dentro tanto realistiche da sentirle accanto. Per questo seguirne le storie è un piacere: il romanzo non è che un grande sguardo sul tempo che scorre, su una famiglia che si crea e cresce e sopravvive in qualche modo.

Lo stile è fluido e scorrevole, linguaggio molto semplice. Forse unica pecca per la lettura le la narrazione in stile descrittivo dell'interno romanzo: pochi dialoghi ma molte pagine che raccontano i fatti per come si svolgono, rendendo appunto il libro un racconto in divenire ma molto "statico", manca di dinamicità, di azione, rendendo a me personalmente a volte la lettura un po' noiosa. I fatti sono lì, le emozioni stentano a trasparire perché solo "raccontati" e non propriamente vissuti in diretta dai personaggi.
La trama stessa, sempre a mio parere, non è nulla di veramente originale. Non dico che le vicende siano totalmente prevedibili, ma molte situazioni sono cliché che ho ritrovato in molti altri libri ambientati nello stesso periodo storico... La trattazione dei fatti rimane sulla traccia di tutta la letteratura di genere; la storia, per quanto intrinsecamente bella, non è niente di "sconvolgente": una schiava che nonostante tutto mantiene alta la sua dignità, porta sulle spalle una vita sfortunata e si batte fino all'ultimo per i propri figli. Non è niente di non visto, e forse proprio questo mi ha impedito di affezionarmi veramente alle storie di Tetè e i suoi compagni di "avventure".

Di contro bisogna ammettere che forse certi limiti sono stati dettati proprio dall'accuratezza con cui la Allende tratteggia il periodo storico e la vicenda di Haiti: senza excursus troppo approfonditi o rimandi troppo "storiografici", le vicende che compongono la storia dell'ex colonia e soprattutto i personaggi storici che ne sono i protagonisti sono romanzate tanto bene da diventare profondamente interessanti. Toussaint Louverture, il generale Leclerc, Dessalines... tutti personaggi storici che tra le righe de "L'isola sotto il mare" diventano veri e propri uomini, in carne ed ossa, con aspirazioni, sogni ed inclinazioni, e non semplici pagine e date vecchie di secoli. E questo è indubbiamente un grande pregio di questo libro e della Allende.

Personalmente ho capito di non amare questo genere di letteratura, ma i personaggi e la trattazione storica meritano una nota di merito. In generale direi che è un libro di facile lettura, forse un po' lento ma di compagnia.
Come piacevolezza avrei votato 3,5: piacevole, leggibile, niente di WOW ma molto, molto meglio di tanto altro.

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Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
La figlia della fortuna
La casa degli spiriti
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Commenti

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Di I. Allende ho letto solo due libri. L'ultimo in particolare ("L'amante giapponese") mi ha lasciato interdetto da tanta superficialità e portata convenzionale. Un brutto romanzo.
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