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Genitori e figli
Sono stato attratto a questo titolo da ragioni piuttosto frivole, in fondo. Ne sono venuto a conoscenza nel momento in cui, l’anno scorso, è stato votato come libro dell’anno per i lettori di GoodReads. Campione di vendite oltreoceano, mi ero piuttosto stupito di non vederlo tradotto e pubblicato da un colosso dell’editoria Italiana.
Alla fine l’ho comprato, pur aspettando qualche mese prima di cominciare a leggerlo.
Celeste Ng ha creato una storia che si legge facilmente, che in certi tratti appassiona pur non raccontando vicende sconvolgenti, ma focalizzandosi su problemi che possono colpire qualsiasi persona normale. È molto facile immedesimarsi in almeno uno dei personaggi descritti dall’autrice, e credo che questo aspetto sia quello che, fondamentalmente, ha contribuito al suo successo. Il tema principale su cui si concentra “Tanti piccoli fuochi” è quello del rapporto genitori-figli, un tema che tuttavia si espande fino a inglobare discorsi quali l’aborto, le adozioni e la fondamentale importanza che hanno le origini per un bambino; temi scottanti (soprattutto per quanto riguarda l’aborto) che Celeste Ng è stata brava a trattare facendo parlare i suoi personaggi e rendendosi totalmente invisibile.
La storia racconta le vicende di Mia Warren al suo arrivo Shaker Heights, piccola e tranquilla comunità di Cleveland. Mia è un’artista, una fotografa che ormai da anni gira per il mondo portandosi dietro sua figlia Pearl, sempre alla ricerca di nuove idee e quindi incapace di mettere radici. Tuttavia, Shaker Heights dovrebbe essere la destinazione finale, per Mia e Pearl, e perciò prenderanno in affitto una casa dalla signora Richardson: donna piuttosto ricca e apparentemente appagata sia professionalmente che nella vita privata. Pearl farà presto amicizia con i quattro figli della famiglia Richardson, di cui la più problematica è Izzy, ragazzina incapace di sopportare le ingiustizie e resa insofferente dall’iperprotettività rabbiosa della madre. Pearl troverà nei Richardson una nuova famiglia, mentre Izzy farà il percorso inverso, trovando in Mia i comportamenti che avrebbe sempre voluto da sua madre.
Celeste Ng incrocia i suoi personaggi in un groviglio di rapporti che si intrecciano confusamente tra loro, che con lo scorrere delle pagine non farà altro che intricarsi di più. Le divergenze di opinioni che si palesano tra i personaggi creeranno una divisione anche nel lettore, che si troverà spesso a interrogarsi su chi di loro abbia ragione e, più ampiamente, si chiederà quale sia la giusta opinione da avere sui dilemmi che vengono sollevati in questa storia.
“Per un genitore, un figlio non è solo una persona: un figlio è un luogo, una specie di Narnia, uno spazio vasto ed eterno dove il presente che stai vivendo, il passato che ricordi e il futuro che attendi con ansia coesistono nello stesso istante […] È un luogo in cui trovare rifugio, a patto di sapere come entrarci. E ogni volta che lo lasci, ogni volta che tuo figlio esce dal tuo campo visivo, hai paura di non potervi più fare ritorno.”
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Che idea ti eri fatta, e come mai?
Vale.
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