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Middle England
 
Middle England 2018-11-23 21:16:11 68
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Stile 
 
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Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
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68 Opinione inserita da 68    23 Novembre, 2018
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Presente inquietante, passato enigmatico...

Quel sentimento di rabbia ancora ovattato e silente nell’ epilogo di “ Numero undici “ deflagra prepotentemente in “ Middle England “, rappresentazione sociopolitica dell’ ultimo decennio di storia anglosassone.
Una narrazione originata dalla crisi finanziaria del 2008 generando impoverimento e rabbia tra la classe media, che prosegue negli scontri e nei disordini sociali del 2011, figli di un crescente odio contro immigrazione e minoranze etniche con la sensazione di uno scontro razziale imminente, attraversa la parentesi Olimpica del 2012, detonatore apparente, sconfina nel governo conservatore-nazionalista di Peter Camerun del 2015 disinnescato il vento laburista filoscozzese fino all’ imprevedibile e catastrofico epilogo della Brexit.
Da questo momento un’ altra Inghilterra, imprigionata tra rassegnazione, paura del futuro e disillusione per scadenze prossime ancora da definire.
Il romanzo alterna pubblico-privato ed il ritorno di alcuni personaggi de “ La banda dei brocchi “ e di“ Circolo chiuso “, oggi cinquantenni più o meno affermati, insabbiati nelle torbide vicende personali e nella vita politica del paese, con idee esistenti solo nella propria memoria, un passato ancora vivo con strascichi nel presente.
Benjamin e Lois sono fratelli che condividono un’ ossessione romantica durata trent’anni ed un amore bruscamente interrotto da trent’anni. Un destino vissuto tra mille difficoltà, lui rifugiatosi in un vecchio mulino ai confini del tempo per scrivere e pubblicare il romanzo di una vita, lei trascinatasi in un logorio lavorativo intristito da instabilità ed irresolutezza.
L’oggi riflette gli occhi e lo sguardo intenso di Sophie, figlia di Lois, trentenne insegnante di arte imprigionata in un matrimonio affrettato, alle prese con gli esiti della contemporaneità, la dissociazione passato-presente, l’ incomunicabilità nei confronti delle vecchie generazioni, instabilità affettiva ed emozionale, una sensibilità culturale che si scontra con commensali sordi e recalcitranti, accusata di una correttezza politica che spesso le impone l’ obbligo di un silenzio per nulla consolatorio.
Ecco la schizofrenia di un mondo narcisista ipersocializzato e falsamente includente, che inventa storie e stronca carriere, distorcendo e ripresentando parole e significati, con una sola speranza, ignorare l’ intera faccenda e ripiegare su una finzione disperata.
Di chi la colpa, di politici impreparati ed inconcludenti, di una classe dirigente elitaria che ha trasferito al paese i giuochi di potere dei tempi del college, di protagonisti assoggettati a un sistema di valori consolidato, imbrattati di matrimoni inconcludenti, personalismi, con famiglie monche ed inesistenti in un presente da tempo annunciato?
È ormai tardi e si raccolgono i cocci della Brexit, esito di un populismo e di un voto di pancia, imbrattato di paura, disinformazione, politica del terrore, contrapponendo il giovane modernismo di una metropoli cosmopolita all’ isolazionismo di una vecchia provincia tradizionalista.
L’ impossibile divenuto realtà all’ interno di un paese senza futuro ne’ via di fuga, ed allora non resta che guardare altrove e dentro di se’, rileggendo e riscrivendo la propria storia.
Figli di un passato utile ma anche paralizzante, la speranza accoglie Benjamin e Sophie che conoscono il bello e si sono nutriti di cultura, collaborazione, tolleranza, silenzio, ascolto, umanità, figli di una personale civiltà includente, che ha allontanato paura e sospetto sullo sfondo di due caratteristiche prettamente inglesi, vergogna ed imbarazzo.
Un romanzo pre e post Brexit, bomba destabilizzante, esito ineluttabile di una lunga inconcludenza.
Nel testo, per lunghi tratti, il respiro di Jonathan Coe, affresco di un’ epoca fondato sui protagonisti e le loro storie, tra vivacità intellettiva ed invenzioni narrative, dialoghi frizzanti, un velo di empatia intimista e momenti protratti di cronaca pura .
Di certo oggi si vive un’ altra epoca ed un’ altra storia, ( quanto sono lontani gli anni ’70 ) il grigiore, l’ appiattimento e la rabbia hanno scalzato e sostituito l’ incoscienza giovanile ed una certa creatività artistica ed intellettiva, ma in fondo i protagonisti della politica odierna sono per buona parte i figli di quell’ epoca e di quella storia.
Durante la lettura emergono, da parte dell’ autore e di alcuni protagonisti, momenti di nostalgia romantica per un passato sepolto e rassegnazione per un presente escludente, il futuro racchiuso nella flebile speranza delle generazioni a venire.

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Commenti

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Leggendo la tua splendida recensione, sento salire la rabbia dentro di me per come la società inglese (ma come non paragonarla alla nostra o a molte altre società globali) stia andando alla deriva.
Coe ha una forza e un'empatia tali da parlarci anche tramite le recensioni.
Quando un uomo ha capito come vanno veramente le cose, quando riesce a mettere insieme i tasselli del grande mosaico della realtà, della vita e della verità, allora la visione che produce abbaglia e non può lasciare indifferenti.
Grazie 68 e grazie Coe.
In risposta ad un precedente commento
68
26 Novembre, 2018
Ultimo aggiornamento:
26 Novembre, 2018
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Grazie a te per lo spunto riflessivo; credo che Coe, oltre che parlare di Inghilterra, tratti un’ inclinazione culturale, sociale e politica globale, la fine della cultura intesa come elaborazione intellettuale, ideali, idee e parole e la fine della memoria storica nell’ accezione positiva del termine, ovvero le sane radici di una società!! Erigere barriere non serve, le vere barriere risiedono dentro di noi, nella incapacità di ascolto, in quell’ ossessivo ed ossessionante cicaleccio del tutto narcisista, nella noncuranza individuale e quindi generale, nella violenza di un linguaggio che altera il reale e costruisce un’ altra dimensione, del tutto priva di desiderio e che si nutre di odio e menzogna....
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