Dettagli Recensione
Top 500 Opinionisti - Guarda tutte le mie opinioni
Pagina 155
Ho comprato il romanzo in questione, l'unico della Munro, in alternativa al malloppo di racconti che ha scritto (di cui si parla sempre molto bene) perché ero estremamente incuriosita dallo stile indiscutibilmente fenomenale, a detta di orde di lettori.
Tuttavia non ho potuto acquistare il malloppo in questione, perciò ho optato per il romanzo "La vita delle ragazze e delle donne", semplicemente perché non mi scollo dal cartaceo ma allo stesso tempo deve essere un "cartaceo comodo", visto che leggo sui mezzi e non posso portarmi in borsa troppe pagine.
Addio malloppone, a volte occorre scendere a compromessi.
Bando alle ciance, perché è il momento di confessare che non sono riuscita, da settembre fino ad adesso, a concludere la lettura. Sono affossata a pagina 155 di 293, e mi sono anche concessa una settimana di distacco per cercare la voglia di leggere che avevo smarrito a causa della trama a mio parere poco interessante.
La Munro mi aveva agganciato inizialmente, con il personaggio dettagliatamente descritto dello zio Benny, di cui da un momento all'altro non ho avuto più il piacere di leggere nulla. Dopo poco, confrontando questo ad altri personaggi, mi sono resa conto che era l'unico metro di giudizio, termine di paragone con il quale misuravo il mio interesse per il romanzo. Con questo non voglio dire che ho trovato tutti gli altri personaggi piatti, anzi, almeno fino a pagina 155 erano ben delineati, peccato che fossero tutte persone noiose e che si comportassero, pensassero in modo noioso. Per me questa è una mancanza grave, forse è l'unico motivo che mi convince ad abbandonare un qualsiasi libro, che abbia la fama di essere un classico e\o un capolavoro; questo perché non sopporto che non ci sia sostanza nelle vite che sto leggendo.
Mi sono sforzata di andare oltre, ma non ci sono riuscita e per paura di perdere l'entusiasmo e l'abitudine ai libri, però piuttosto che prendere in mano quel romanzo preferivo fare altro.
Detto questo, non ho nulla da dire sullo stile di scrittura. La storia non mi ha arricchito per niente, lo stile invece credo proprio sia una miniera d'oro di figure retoriche e di aggettivi che assumono, grazie alla penna dell'autrice, un significato speciale.
Ecco perché, prima o poi, vorrei terminare la lettura anche se soffro di sbalzi di amore e odio per l'unico romanzo della Munro.
Frase da ricordare: "Camminando per le strade di quelle cittadine, indossavo la mia anonimità come una coccarda, come una coda di pavone"