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dove ci porta la solitudine
Alzi la mano chi almeno qualche volta nella vita si è sentito inadeguato, non amato, fuori dal gruppo, come se non trovasse il suo posto nel mondo. Tutti prima o poi ci siamo passati, chi per un motivo, chi per un altro. Ecco perché Eleanor Oliphant è tutti noi. Spesso la paura, l'ansia fa sì che ci chiudiamo sempre di più nei confronti del mondo, stiamo bene solo nella nostra comfort zone. Ed è quello che succede ad Eleanor che ha alle spalle un passato tragico, senza famiglia, sbattuta da un istituto a una famiglia in affido, ha imparato a contare solo su se stessa, non ha bisogno degli altri, conduce una vita monotona e abitudinaria, se ne frega delle convenzioni sociali e si rifugia nella vodka per combattere i suoi demoni interiori.
Tutto questa corazza che si è costruita intorno però inizia a sgretolarsi dopo l'incontro con un collega bizzarro ma dolce, col quale si troverà a salvare per caso un anziano per strada. Questo scombussolamento nella routine quotidiana e i conseguenti contatti umani che nasceranno da questo incontro, faranno breccia nel cuore di Eleanor, inizierà a capire che esiste anche la gentilezza e perché no anche l'amicizia, ma soprattutto inizierà un percorso difficile con se stessa che la porterà a combattere il passato e a rinascere sotto una nuova luce.
Una cosa che mi spesso mi colpisce leggendo la cronaca è quanto spesso si senta di persone trovate morte nelle loro case da anni o mesi, ormai mummificate, e mi sono sempre chiesta come sia possibile che non abbiano un parente, un amico, un vicino che si sia mai accertato delle loro condizioni. Invece grazie a questo libro, ho capito quanto sia in realtà molto facile trovarsi in situazioni del genere e soprattutto come alcuni dei disagi vissuti dalla protagonista siano molto più comuni di quanto si creda, io stessa non mi vergogno a dire di essermi sentita a volte fuori luogo nella mia vita, e di aver preferito chiudermi in me stessa invece che affrontare l'esterno. In un'epoca "social" come quella che stiamo vivendo, può sembrare una contraddizione, ma in realtà credo che la solitudine sia ancora uno dei mali che affligge la società e che anzi questi mezzi abbiano talvolta l'effetto opposto, ovvero quello di farti sentire "out" con la conseguenza di isolarti sempre più.
Tornando al libro, ho adorato Eleanor sin dalla prima pagina, col suo essere pragmatica, abitudinaria, per nulla empatica ma anche noncurante delle convenzioni sociali e di quello che la gente pensa di lei. Il suo linguaggio forbito, il modo analitico e scientifico con cui analizza tutto ciò che la circonda, può sembrare quasi assurdo, ma ci fa amare questa ragazza così naif, ce la descrive in maniera intelligente, ironica e soprattutto, nonostante tutto quello che lei ha passato, non scade mai nel melenso. Mi sono trovata a fare il tifo per Eleanor dalla prima all'ultima pagina, perché questa ragazza merita di stare davvero bene ma anche perché c'è un pezzo di Eleanor in tutti noi.