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Risvegli quotidiani
"Souvenirs dormants", il titolo in lingua originale non viene tradito ma solo tradotto e permette proprio una lettura di questo breve, emblematico, potente lavoro del Nobel francese tutto giocato su due dimensioni vitali per l’essere umano: il ricordo e il sogno. Spesso, capita a tutti noi, soprattutto quando i giorni accumulatisi in anni si sono adagiati in un’identità che faticosamente abbiamo costruito e della quale mancano i particolari, perché offuscati da un ricordo non nitido, non oggettivo, non reale ma trasfigurato da pericolose sovrastrutture che ci hanno complicati, le due dimensioni si mescolano, si confondono e determinano nuove verità. Il tutto in fondo rimane misterioso, come la nostra esistenza, fatta di relazioni importanti ma costellata di comparse. Persone che abbiamo appena incrociato, in periodi brevi della nostra vita, incontri fugaci, apparentemente insignificanti che prepotentemente tornano in altre stagioni della vita, nel sogno, nel ricordo, nella rimembranza non casuale ma cercata o più semplicemente attraverso un ennesimo, fortuito incontro. E così, possiamo ripercorrerla la nostra esistenza incastonandola anche in una perfetta geografia: luoghi e ambienti che con la loro fisicità, con la loro presenza, richiamano il ricordo senza però mantenerlo, conservarlo o sigillarlo, poveri custodi di un effimero transitorio che è libero, passeggero, difficilmente intrappolabile. La geografia del ricordo in questo scritto è quella degli spazi esterni di Parigi, quei luoghi che già Modiano ha riesumato in altri suoi romanzi imprimendogli una forte potenza evocatrice, l’universo delle comparse è invece tutto al femminile in un andamento a ritroso che copre la vita di un uomo a partire dal suo debutto da giovincello nei misteri di Parigi. E ora, da vecchio, Parigi è popolata di fantasmi e il narratore si confonde con l’autore e la consapevolezza dell’errore insito nel proprio vissuto amareggia per la sua fuggevolezza:”se potessimo rivivere alle stesse , negli stessi luoghi e nelle stesse circostanze ciò che abbiamo già vissuto, ma viverlo molto meglio della prima volta…”.
Splendida lettura, ve la consegno con grande convinzione.
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