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Chiamami col tuo nome
 
Chiamami col tuo nome 2018-11-05 21:38:02 BettiB
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BettiB Opinione inserita da BettiB    05 Novembre, 2018
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Perchè era lui, perchè ero io

!! ATTENZIONE CONTIENE SPOILER !!

Ho letto molte recensioni in cui questo libro viene definito "una grande storia d'amore". Sicuramente vero, ma la parola "amore" non compare praticamente mai, e io non la definirei così. Non una storia "d'amore" ma di ricerca di sé stessi attraverso l'altro, di appartenenza totale, di fuoco che brucia per anni.
E' la storia di Elio, diciassettenne ebreo che ogni anno passa l'estate nella grande villa di famiglia in Riviera. Il padre è uno stimato professore e la casa è quotidianamente frequentata da intellettuali, artisti, giornalisti e studiosi. Ogni estate la famiglia di Elio seleziona un candidato, uno studioso in procinto di pubblicare un libro, una tesi, un saggio, e lo ospita per quasi due mesi durante i quali il ragazzo può lavorare sui suoi studi.
L'estate che cambia per sempre la vita di Elio il prescelto è Oliver. Americano, biondo, apparentemente perfetto, sicuro di sé, stile da "muvistar". Da subito Elio ne è attratto, sempre più visceralmente.
"Chissà, forse è iniziato tutto in quel preciso istante [...] L'ospite dell'estate. L'ennesima scocciatura."

Il libro, suddiviso in 4 parti, comincia con "Se non dopo, quando?". In questa prima parte Elio si sente attratto da Oliver, da subito, anche se non capisce fino in fondo la portata del suo interesse. Analizza questo nuovo arrivato, si ritrova a desiderare di piacergli, a costruire un personaggio per dimostrarsi alla sua altezza.
"Il tuffo al cuore che provavo nel vederlo quando non me lo aspettavo, mi terrorizzava e mi eccitava al tempo stesso."
Elio si sente sempre più sventurato, vittima di qualcosa che non conosce, di una forza che lo spinge verso chi lo tratta con indifferenza e freddezza, perché questo fa Oliver: lancia sguardi di ghiaccio, sparisce per ore intere senza dire dov'è e con chi. E Elio ne soffre, combattuto tra il desiderio e la voglia di sfuggirgli.
"Odiavo me stesso perché mi sentivo così sventurato, completamente invisibile, afflitto, immaturo."

La seconda parte, "La collina di Monet" si concentra su un luogo speciale. Non solo "la collina di Monet" - ovvero una collina cara a Elio in cui le cose tra lui e Oliver finalmente si sbloccano, sbocciano, vengono a galla - ma soprattutto il luogo dell'anima che Elio scopre grazie a Oliver.
Elio, a corto di speranze e con le idee sempre più confuse, si rivela a Oliver: "Non mi era rimasta più nemmeno una speranza. E forse ricambiai il suo sguardo perché ormai non avevo nulla da perdere. Lo guardai con uno sguardo saccente che diceva 'Baciami se hai coraggio', come se volessi sfidarlo e fuggire via allo stesso tempo.
E sulla "collina di Monet" i due giovani si baciano, goffi, consci che da quel bacio, dal legame che stavano instaurando, non ci sarebbe più stato scampo. Titubanti, perché nessuno dei due riesce ad ammettere le cose a voce alta.
Ma non è più attrazione, è voglia di entrate nella pelle dell'altro, di essere l'altro. Lottando contro le proprie insicurezze e vergogne, andando sempre più a fondo nella conoscenza di sé stesso.
"Voglio conoscerti e, attraverso te, voglio conoscere me stesso".
E' questo che succede quando i due stanno finalmente insieme, quando Elio capisce per la prima volta chi è. "[...] era come tornare a casa, come chiedersi: Dove sono stato finora?".
"Lui era il passaggio segreto che mi conduceva a me stesso".
Sul finire di questa parte, per la prima - e mi pare unica - volta Elio fa riferimento a Oliver come "amante". ma il sentimento è totalizzante, è un chiodo che lo tiene insieme, è lo specchio di sé stesso in un altro uomo. E' chiamare Oliver con il proprio nome, Elio, e riconoscersi perfettamente in lui.

La terza parte, "La sindrome di San Clemente", è dedicata al viaggio di Elio e Oliver a Roma. Un paio di giorni da soli nella città eterna, lontani dalla "vita reale", immersi in persone che invidiano la felicità che i due non riescono a nascondere. Perché Elio e Oliver abbandonano tutti i sotterfugi, la vergogna, i dubbi. Vogliono solo stare insieme, amarsi, baciarsi tra le ombre delle vie di Roma, dimenticarsi che ormai il loro tempo è agli sgoccioli, che ne hanno sprecato tanto ignorandosi e cercando di ignorare il sentimento che cresceva tra i due.
Elio viene a patti con sé stesso, con la potenza del legame che ha con Oliver, che forse non troverà mai più con nessun altro. "Chi altro sarei mai riuscito a chiamare col mio nome?".

"I luoghi dello spirito", quarta e ultima parte, riporta Elio alla vita di tutti i giorni, soprattutto alla vita senza Oliver, tornato in America al termine del suo soggiorno in Riviera. Perché le favole non durano, perché la vita vince sempre. Il dolore della perdita è acuto e profondo, e accompagnerà per sempre Elio.
Elio che cresce, con Oliver sempre presente: a volte agli angoli della sua testa, a volte in carne ed ossa tornato a casa dei suoi genitori per una visita. Oliver che si sposa, che ha dei figli; Elio che divide la sua vita in "prima di Oliver/dopo di Oliver", pur incasellando altri amori, altri insostituibili.
Gli anni passano, ne passano venti, tutto cambia, ma niente cambia davvero:
"Vent'anni sono ieri, e ieri è stamattina presto, e stamattina sembra lontana anni luce."
Il sentimento di appartenenza, la fiamma, è ancora lì, e brucia come e più di prima. Solo in una "vita parallela", che non può essere vissuta, ma c'è, gelosamente custodita negli angoli di privata felicità.
"Avevamo trovato le stelle, tu e io. E questo capita una volta sola nella vita."


Con una scrittura semplice e disarmante André Aciman alterna paragrafi di estrema dolcezza a descrizioni crude e quasi brutali. Il ritmo, seppur morbido e languido, srotola la storia in modo fluido che accompagna la lettura in modo naturale. A mio parere Aciman ha saputo indagare nel profondo i sentimenti tormentati di un'adolescente che scopre sé stesso, il proprio corpo e il proprio cuore con uno stile veramente degno di nota.
Il racconto non è cronologico, ma viaggia sull'onda delle sensazioni, dei ricordi, dei momenti chiave di un rapporto che è prima di tutto scoperta e poi appartenenza, pur dando gran concretezza ad ogni cosa grazie a particolari semplici e puntuali: la pesca, il costume, la camicia... tutti rimandi a sensazioni totalizzanti.

L'ho trovato un libro bellissimo, sicuramente non per tutti, viscerale, "nudo". Perfetto connubio tra carne e spirito. Qualcosa che va oltre l'amore, oltre il tempo.

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12 Giugno, 2019
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