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Il ritratto dell'esperienza.
“Non è poi così difficile interpretare la parte dello scemo se lo si è di natura.”
La trama in breve: Alan Karlsson si trova ospite di una casa di riposo. È il suo compleanno e tutti, infermieri e non, sono pronti per i festeggiamenti: compirà 100 anni. Un secolo di vita è molto, ma Alan non sente il peso degli anni, anzi. Decide così di fuggire dalla finestra di camera sua, dando inizio ad una serie di eventi rocamboleschi e al limite del surreale che, rimanendo in quella triste struttura, non avrebbe mai potuto vivere. Durante la sua “evasione” saprà mettere in atto tutte le sue incredibili capacità, frutto di una vita passata districandosi fra una guerra e l’altra, riuscendo a interagire con personaggi storici temibili e affrontando situazioni estremamente pericolose. Nel suo girovagare incontrerà alcuni personaggi, più o meno raccomandabili, che apporteranno a tutta la storia un tocco in più di originalità.
Ho comprato questo libro non senza sospetto, le recensioni erano troppo buone perché meritasse veramente. Da quando sono incappata in alcuni best seller che mi hanno lasciato più che interdetta, prendo sempre con le pinze quello che mi viene detto suo romanzi molto quotati.
Beh, dopo un’attenta lettura, posso dire di aver fatto bene a comprarlo, perché è veramente un libro adorabile. Esatto, adorabile. Riesce veramente a trascinarti nella lettura e Alan è un personaggio che è impossibile da odiare. Fondamentalmente lui rappresenta quello che tutti noi vorremmo essere veramente: persone libere. Non dimentichiamoci poi, che ha avuto la fortuna di arrivare a 100 anni arzillo, sveglio e in salute! L’ospizio è una prigione per un’anima libera come lui, gli sta stretto e non vuole condividere un traguardo così importante con le infermiere che gli provocano solo scocciature, la fuga è l’unica via. Quanti di noi vorrebbero fuggire da situazioni che ci stanno “strette”? Quanti di noi vorrebbero partire all’avventura autentica, senza una reale direzione? A 100 anni Alan non ha più nulla da perdere e scappa con le sue pantofoline ai piedi, senza preoccuparsi troppo delle conseguenze delle sue azioni. Incontrerà delle persone che avevano bisogno di dare una svolta alla propria vita e con lui si sentiranno libere di voltare pagina. Alan mi piace perché è come se fosse una sorta di guida spirituale sbadata e genuina, un vecchio saggio che è stato forgiato dalla vita. Durante i numerosi flashback che si alternano ad una comoda narrazione lineare e pulita, si ha modo di scoprire l’incredibile gioventù dell’anziano. Un uomo ricco di risorse fin da subito, capace di sfuggire alla morte e di cambiare sempre il suo destino. Un uomo che non si è mai arreso al fato, ma che ha sempre lottato e si è ingegnato per uscire fuori dai guai.
Questo romanzo è un concentrato di positività, perché ad ogni intoppo Alan ci mostra che c’è sempre una soluzione, un diverso punto di vista per approcciare le difficoltà. La sua forza sarà amplificata anche dalle astuzie dei suoi compagni di viaggio che si riveleranno di fondamentale importanza verso la fine del romanzo.
Dal punto di vista più “pratico” c’è poco da dire: si legge da solo. Adatto a tutti, anche ai lettori non abituali, a chi legge prima di addormentarsi e a chi legge mentre viaggia sul treno. Si presta abbastanza bene ad una lettura poco costante, ma lo sconsiglierei perché la storia si segue bene ma è piuttosto intricata ed il rischio è quello di essersi dimenticati qualcosa fra una pausa e l’altra.
Sono rimasta veramente entusiasta di questa lettura come poche altre volte in vita mia, non mi voglio dilungare oltre nel commento perché la piacevolezza di questo romanzo è veramente troppo difficile da descrivere, va vissuta.
Correte a leggerlo (se non lo avete già fatto), buon divertimento!
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