Dettagli Recensione
Dimenticare ciò che non si può dominare
Un libro piuttosto difficile da leggere.
Partiamo da una premessa: Saul Bellow ha una cultura sconfinata e scrive davvero benissimo. Questo mi ha decisamente convinto a investire altro tempo su di lui e sulle sue opere, anche se il suo “Herzog” non mi ha fatto impazzire.
Per quale motivo Herzog non mi è piaciuto? Per vari motivi. É innanzitutto una lettura adatta soltanto a chi ha una buona cultura, e che quindi riesce quantomeno a discernere un minimo dei pensieri del protagonista, Moses E. Herzog, l’intellettuale. Un protagonista che sputa in faccia a vari personaggi (che siano vicini a lui, lontani, ma anche morti), tutti i suoi pensieri sconnessi, tutti i suoi turbamenti emotivi e le montagne russe dei suoi pensieri. Ci troviamo di fronte a un vero e proprio flusso di coscienza, o quasi, in certi tratti.
Nella sua follia e nella sua incoerenza ci si perde totalmente, senza riuscire a provare empatia. Herzog è un uomo perduto, che non sa cosa fare della propria vita, ossessionato da avvenimenti passati e delusioni che non riesce a scrollarsi di dosso. Tuttavia, non riesce quasi mai a dare un’identità precisa a quello che lo tormenta, e alla fine si giunge alla conclusione che forse è la vita stessa a metterlo in crisi (una crisi che voglio sperare non ci tocchi tutti con questa intensità, raggiunta la mezza età).
Il titolo di questo libro non poteva essere diverso: queste pagine non sono altro che morboso, incessante, contraddittorio Herzog.
Moses Elkanah Herzog è un uomo che ha dedicato la sua vita allo studio, alla cultura, alla filosofia. Ha pubblicato uno scritto ben accolto da importanti esponenti dell’ambiente, che ha fatto di lui un uomo dalle idee rispettabili. Dopo il divorzio dalla prima moglie Daisy (che dai flashback si percepisce sia l’unica un po’ più sana di mente, difatti non la conosciamo), Herzog è devastato dal tradimento della sua seconda moglie Madeleine, una donna che ci sembrerà del tutto odiosa, insopportabile, meschina, malvagia; anche se a un certo punto ci verrà in mente il dubbio che sia dovuto al fatto che il racconto è quasi del tutto filtrato dal punto di vista di Herzog, il bistrattato. A un’analisi accurata, Madeleine si rivela davvero una donna meschina, ma forse il “filtro Herzog” la fa apparire ancora peggiore.
Un po’ troppa carne a cuocere, in questo romanzo; troppe riflessioni gettate in faccia al lettore in un flusso di coscienza ininterrotto e talvolta incomprensibile. Penso che la forza di un autore sia quella di rendere fruibile la sua cultura e le sue riflessioni a quante più persone possibile; Herzog invece è un libro per pochi.
Non so dirvi se Herzog è un libro per voi; dovrete accettare la sfida.
“Herzog scrisse: Non capirò mai che cosa vogliono le donne. Che cosa diavolo vogliono? Mangiano insalata verde, e bevono sangue umano.”
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Commenti
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non fatico a crederlo, difatti ho assolutamente voglia di approfondire l'opera di Bellow. Sai consigliarmi qualcosa?
Vale.
difatti non l'ho stroncato asserendo che sia senza senso... purtroppo, forse, non ho ancora gli elementi necessari per apprezzarlo appieno. Oltretutto, com'è ovvio che sia, anche in questi casi subentra il gusto personale. Sicuramente leggerò altro dell'autore, perché mi intriga.
Buone letture anche a te!
Vale.
"Ne muoiono più di crepacuore" non è considerato fra i suoi capolavori ; a me comunque è piaciuto molto, pervaso com'è di lieve ma irresistibile umorismo.
"Il re della pioggia" è un libro originalissimo e, devo ammetterlo, veramente bello. Però non è propriamente nelle mie corde.
Vale.
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