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L'idiota
 
L'idiota 2018-10-17 14:07:57 Mian88
Voto medio 
 
3.0
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
2.0
Mian88 Opinione inserita da Mian88    17 Ottobre, 2018
#1 recensione  -   Guarda tutte le mie opinioni

Buoni gli intenti, opinabili i risultati.

Selin è una studentessa diciottenne di origini turche. È il 1995, è appena arrivata ad Harvard e per lei, come per tutti i suoi colleghi di studio, il mondo digitale è un qualcosa di sconosciuto. Le mail, anzi le e-mail con la e marcata, sono un qualcosa di completamente nuovo tanto che riceverne una preimpostata al suo arrivo in facoltà la destabilizza. Una prima novità, questa, a cui si sommano codici e rigidi schemi universitari a cui è chiamata a conformarsi. Il suo modo di approntarsi alla vita che le scorre accanto è quello dettato dall’osservazione mediante una lente di ingrandimento, una lente di ingrandimento totalmente improntata su quella che è la letteratura tanto che per cercare di tradurre tutti questi nuovi elementi che riscontra, si iscrive a cinque corsi tra loro diversi tra cui linguistica, filosofia del linguaggio, russo, “mondi costruiti” (dove le mail, anzi e-mail, verranno per utilizzate nel concreto). Viene però esclusa dalla possibilità di suonare il suo violino nell’orchestra del college, circostanza, questa, che la demoralizza, la disincanta. Il suo sogno, ancora, è scrivere e diventare una scrittrice.
Essendo una principiante con la lingua russa le viene consigliato di leggere un libro al presente e senza particolari coniugazioni verbali (in particolare il congiuntivo viene evitato come la peste) che narra di una donna chiamata Nina che parte per la Siberia alla ricerca di Ivan. I giorni scorrono e le coincidenze fanno sì che la stessa incontri il suo, di Ivan, il quale è uno studente ungherese di matematica con cui la diciottenne costruisce il suo mondo di missive elettroniche e di inganni che la porteranno, infine, a partire per l’Ungheria ad insegnare inglese e ad illudersi di un amore falsamente dipinto.
Lo scritto ruota interamente attorno a quel tarlo dell’individuare la propria strada nella vita che attanaglia un po’ tutti nel percorso di crescita. A questo si sommano speranze, illusioni e una forza delle parole che non riesce nei suoi intenti fallendo inevitabilmente. Eppure, nonostante questo personaggio ben costruito e interessante, nonostante questa morale forte e solida e a questo linguaggio preciso, meticoloso, erudito, dettagliato, l’elaborato risulta privo di qualcosa, e quel qualcosa, è l’empatia. Pagina dopo pagina il conoscitore quasi si sforza di andare avanti, è sempre tenuto a distanza e mai è coinvolto emotivamente dalle vicende. Forse per rendere più concreta la dimensione di Selin e della sua ricerca di parole, l’autrice, si concentra talmente tanto su queste e sulla loro ricercatezza perfetta, da tralasciare tutto il resto. Ed è un peccato perché il libro nella sua essenza non è affatto scontato o banale, anzi, è intelligente e arguto. Purtroppo però si fatica non poco ad ultimarne le vicissitudini.
Fortemente autobiografico e tratto da un manoscritto giovanile che viene ripreso dopo due decenni di sospensione, “L’idiota” fatica a convincere risultando farraginoso, incompleto, freddo.

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Commenti

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Una recensione ponderata con pacatezza ed equilibrio.
Maria, quando ho letto il titolo del libro, ho pensato a ben altro autore. Vista la tua valutazione in stellette, ho subito capito che non si trattava del grande scrittore russo.
Anche io, come Emilio, ho pensato subito a Dostoevskij e sono rimasto destabilizzato dalle poche stelle. Invece, per quel che deduco dalla tua ottima recensione, la valutazione è adeguata. Il buon Fedor sarà un po' perplesso per la scelta del titolo.
Cari Emilio e Enrico, confesso che anch'io quando l'ho visto in biblioteca ho pensato a Fedor. Poi mi sono resa conto che era un testo appartenente alle nuove proposte del momento e ho deciso di leggerlo. Confesso di aver faticato non poco nella lettura e che con tutti i titoli possibili, mi dispiace ma Fedor non avrebbe dovuto toccarlo se non altro per evitare confusione nel lettore.
Volete farvela una risata (per modo di dire)? Circa un mese fa ho trovato abbandonato "L'idiota" di Dostoevskij per strada. Non ho potuto far altro che prenderlo e aggiungerlo alla mia copia onde evitare che venisse distrutto da terzi o danneggiato da fattori ambientali. Mi chiedo, come si fa ad abbandonare un Dostoevskij?
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