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Non il solito Murakami.
E’ il mio settimo libro libro di Murakami, autore che adoro, e forse questa volta è stata la volta che più mi ha deluso. “La fine del mondo e il paese delle meraviglie” è infatti un romanzo a mio avviso molto confusionario e con una storia (che poi sono due) che si fa fatica a seguire.
Il protagonista de “La fine del mondo” è un uomo appena arrivato in una città cinta da alte mura che imprigiona gli abitanti al suo interno. L'uomo, che non ricorda nulla della sua vita passata, viene costretto a separarsi, come consuetudine per i nuovi residenti, dalla sua ombra, che scopriremo in seguito portare con sé anche le emozioni. Inizia così ad abituarsi alla sua nuova esistenza, ma, con la sua ombra morente, è deciso a fuggire.
Il paese delle meraviglie vede invece come protagonista un cibermatico, un uomo in grado di immagazzinare e criptare informazioni nel proprio cervello, alle prese con un grosso complotto che porterà alla “fine del mondo”, secondo quanto gli spiega lo scienziato che lo ha trascinato nei guai. Infatti la procedura di shuffling, che cripta i dati basandosi su un parametro univoco del cervello del protagonista, ha innescato una reazione a catena capace di capovolgere la realtà. L'uomo dovrà sfuggire al Sistema e alle grinfie degli Invisibili (degli esseri mostruosi che abitano nel sottosuolo di Tokyo) per giungere all'unica possibile conclusione della sua esistenza. Nel corso di questa avventura non mancheranno inoltre avventure o personaggi che metteranno in pericolo la sua vita, come ad esempio il gruppo dei Semiotici.
Come detto all’inizio la scrittura di Murakami è sempre semplice e coinvolgente ma in questo romanzo onestamente la trama in sé non mi ha entusiasmato, i continui cambi di campo rendono difficile seguire la trama che oltretutto essendo futuristica e piena di riferimenti fantascientifici e già di per sé complessa. Troviamo come al solito i vari riferimenti tipici di Murakami (adolescenza, gatti, solitudine, imbarazzo del protagonista nel rapporto con l’altro sesso, etc etc) ma onestamente mi aspettavo molto di più conoscendo l’autore.
Insomma da amante di Murakami devo dire ce sconsiglio questo libro, ce ne sono sicuramente di migliori del grande scrittore giapponese.