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La giustizia come ossessione
Said, protagonista del romanzo, ha ricevuto un grave affronto. La moglie nel periodo in cui lui era in carcere se ne è andata con il suo servo, un cane. A casa dell'uomo la figlia non lo riconosce e rifiuta il suo abbraccio. Il rifiuto della bimba è la molla che innesca nel suo cuore il desiderio di vendetta così come il tradimento "ideologico" dell'amico giornalista. Said ha perso tutto. Lui, il leone, è stato tradito dai cani. Con cani intende servi, gente che non ha la sua libertà di pensiero, schiavi della morale corrente, del buonsenso gretto, delle buone maniere stupide. All'amico giornalista rimprovera di non essere sempre stato un cane. Una volta aveva un'altra apertura mentale. A Said rimangono legate due persone: la prostituta Nur, da sempre innamorata di lui e l'oste. Ma di queste persone lui non ha nessuna considerazione perchè lo riamano come cani fedeli e non mostrano nessuna personalità. La moglie infatti era molto più "difficile".
Alla apparente apertura mentale di Said l'autore contrappone il mistico shaykh Ali Guanydi da cui Said si rifugia appena uscito di prigione. E' dal confronto con il santo alla ricerca di un pensiero veramente superiore che gli indica la via della pace del cuore, che anche Said si rivela un cane schiavo delle sue ossessioni di vendetta. Bellissimo il finale.
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Commenti
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A te Emilio consiglio caldamente I cardi del Baragan di Istrati. E' da quando l'ho letto che ho pensato Ecco un libro per Emilio.
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