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la simbologia del capello
La treccia di Laetitia Colombani è il romanzo d’esordio della sceneggiatrice, regista ed attrice francese. La treccia è l’elemento simbolico che tiene unite tre storie di vita, distanti l’una dall’altra, ma convergenti in un unico punto. Il progetto è comune: la rivincita del genere femminile, il superamento delle discriminazioni, l’annientamento della violenza per costruire un mondo più bello, più profondo, più rispettoso dell’identità e della cultura altrui.
E’ il racconto di tre donne diverse e differenti: Smita viva in un villaggio indiano, è sposata,, e ha una figlia. Fa un mestiere umiliante, che si tramanda da generazioni: raccoglie escrementi e pulisce latrine. Il marito, invece, cattura topi e poi ha “il diritto” di portarli a casa e mangiarli con la famiglia. Lei è molto devota, appartengono entrambi alla casta degli intoccabili, nel senso che nessuno vuole fare ciò che fanno loro, e proprio per questo motivo vanno lasciati stare. Ma Smita sogna un futuro più roseo per la piccola figlia e la sua emancipazione passa, necessariamente, attraverso la lettura e la scrittura. Difficile da attuare in un paese, dove
“fuggire significa esporsi a rappresaglie terribili. Faranno del male anche a Lalita. La vita di una bambina non vale più della sua. Le violenteranno tutt’e due e poi le impiccheranno a un albero, com’è accaduto il mese scorso a due giovani dalit di un villaggio vicino. Smita conosce quella cifra spaventosa, che fa venire i brividi: due milioni, il numero delle donne ammazzate ogni anno in India. Due milioni di vittime della barbarie degli uomini, uccise nell’indifferenza generale. Al mondo non interessa. Il mondo le ha abbandonate.”.
Ma lei non demorde e ha un piano da attuare, a qualunque costo.
Giulia, invece, abita a Palermo e con la sua famiglia da generazioni gestisce un laboratorio che produce parrucche con capelli rigorosamente veri. La sua vita è serena, fino a quando un tragico incidente che vede coinvolto il padre, la costringe a fare i conti con una grave realtà: la ditta è sull’orlo del fallimento. Per salvarla si potrebbe fare un matrimonio d’interesse. Ma forse c’è un’altra soluzione.
Sarah è un avvocato americano di gran successo. Al lavoro ha sacrificato tutto: due matrimoni, tre figli cresciuti con un educatore. Fino a quando la parola “cancro” la costringe ad accettare una realtà nettamente diversa.
“Tutte e tre dovranno spezzare le catene delle tradizioni e dei pregiudizi; percorrere nuove strade là dove sembra non ce ne sia nessuna; capire per cosa valga la pena lottare. Smita, Giulia e Sarah non s’incontreranno mai, però i loro destini, come ciocche di capelli, s’intrecceranno e ognuna trarrà forza dall’altra. Un legame tanto sottile quanto tenace, un filo d’orgoglio, fiducia e speranza che cambierà per sempre la loro esistenza.”
Un progetto comune rigenerante e dirompente, ad alto contenuto simbolico. Una scrittura scarna, essenziale, cruda e realista. Una lettura che colpisce per il suo significato intrinseco, per la determinazione narrata che muove le protagoniste, e per il suo fascino insito mutevole e travolgente.
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Commenti
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ciao ornella
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avevo adocchiato questo libro e aspettavo di leggere qualche opinione. La tua ottima valutazione è un incoraggiamento molto positivo, lo segno!
Grazie,
Manuela