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Scivolata su una buccia di Banana
Come Marco, anche io ammiro molto la cultura giapponese e mi piacerebbe davvero poter capire il significato di certe tradizioni che sembrano così lontane dalle nostre. Inoltre, il Giappone è una terra suggestiva e meravigliosa, per questo, non avendo sempre le possibilità di affrontare un viaggio importante e costoso, mi piacerebbe leggerne almeno qualche riflesso nei romanzi. E' questo che cercavo da "Le sorelle Donguri": scenari mozzafiato, vento che mi scompiglia i capelli e trasporta petali di fiori, usi e costumi a me sconosciuti, sapore di una cucina ricca e particolare che incornicia una bella storia.
Purtroppo ho percepito lo stile di scrittura vuoto, frasi elementari e corte. Troppi punti odiosi che rendevano i pensieri della protagonista vaghi e piatti.
La storia non è niente di che, ma su questa so che non bisogna avere troppe pretese, visto che un bravo scrittore sa rendere interessante anche la lista della spesa. Tuttavia, ci sono delle scivolate dell'autrice che mi hanno più volte spinto a chiudere il libro e guardare per aria. Non ho apprezzato il modo in cui è stato introdotto l'amore della vita di Guri-chan: lui riemerge attraverso un sogno, lei fa ricerche in merito e poi la vicenda viene lasciata lì senza un perchè, semplicemente la vita della protagonista continua esattamente come prima. Non è stato gestito granché bene, questo amore aggiunto nel mezzo della storia.
Ho proseguito a denti stretti la lettura per un motivo che inizialmente giudicavo curioso: le foto di scorci del Giappone interrompevano la scrittura.Personalmente apprezzo oltremodo illustrazioni e foto, le trovo un trampolino di lancio che aiuta l'immaginazione a tuffarsi per bene in un oceano nuovo. Sono arrivata fino alla fine sperando che venissero giustificate... Perché proprio la foto di un grattacelo? Perché proprio la foto dei fiori fucsia? Non ci è dato sapere.
Alla fine, "Le sorelle Donguri" non mi ha lasciato nessun ricordo, nessun messaggio da portare con me. In poche parole mi ha arricchito quanto un articolo di cronaca all'interno di un giornaletto di provincia.