Dettagli Recensione

 
Cecità
 
Cecità 2018-08-30 09:28:46 cosimociraci
Voto medio 
 
5.0
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
5.0
cosimociraci Opinione inserita da cosimociraci    30 Agosto, 2018
Top 50 Opinionisti  -   Guarda tutte le mie opinioni

Mal bianco

"Essere cieco non è tale e quale a essere morto. Sì, ma essere morto è tale e quale a essere cieco."

Un grande romanzo, crudo e violento come solo Saramago sa fare. Il viaggio attraverso questo lazzaretto per solo ciechi ci mostra un veloce excursus sull'evoluzione umana. L'autore punta il dito contro le autorità che si limitano a rinchiudere tutti i malati all'interno di un manicomio adibito a ricovero. Nessuna assistenza all'interno, solo un carico di cibo insufficiente che viene lanciato a debita distanza per evitare un contatto. Tutti i ciechi dovranno arrangiarsi per conto proprio. Lavare, pulire, mangiare... le cose più semplici diventano impossibili.
Si nota come i primi ciechi, alle prese con i nuovi forzati alloggi, sono disorganizzati, sporchi, come se avessero dimenticato il senso del vivere civile. Col passare del tempo le camerate sono sempre più organizzate, si creano delle gerarchie e delle regole da rispettare. Come ogni società che si rispetti, c'è il gruppo di prepotenti che pretende lo scettro del comando con conseguente insorgere delle masse. Ma questa farsa di civiltà durerà ben poco, lasciando spazio solo ad istinti primordiali.

Durante la lettura, arriva per prima la descrizione della cecità vera e propria, tramite una forte rappresentazione dell'handicap. Come se non bastasse, per poter far si che, un lettore vedente, si immedesimasse, almeno un po', nel disagio subito dai ciechi, sopraggiunge la fame. La lotta alla "fame" accompagna l'intera lettura. L'uomo è rimesso in discussione poiché Saramago divide le sensazioni umane fino ai minimi termini. Tra queste riemergono solo quelle più primitive, come il bisogno di saziarsi.

Successivamente si percepisce forte il senso di cecità proprio della società. Ciechi di fronte al disagio dei bisognosi, ciechi di fronte una richiesta di aiuto. La stessa cecità che non distingue i vedenti dai non vedenti. Si diventa ciechi ai legami di sangue (il bambino non cerca più la madre), ciechi di fronte all'amore (il marito che tradisce la moglie). Resta solo l'istinto primordiale della sopravvivenza.

Questa cecità, che appiattisce tutto e rende tutti uguali, si può notare anche nello stile. I personaggi non hanno nomi - l'uomo con la benda sull'occhio, la ragazza con gli occhiali, il medico, il bambino strabico – e quasi la totale assenza di punteggiatura. Così anche il lettore si sente spiazzato, come un cieco che deve riconoscere da che parte proviene una voce.

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Trovi utile questa opinione? 
160
Segnala questa recensione ad un moderatore

Commenti

1 risultati - visualizzati 1 - 1
Ordina 
Per inserire la tua opinione devi essere registrato.

Uno dei libri più forti e più belli che abbia mai letto. Plausi!
1 risultati - visualizzati 1 - 1

Le recensioni delle più recenti novità editoriali

Volver. Ritorno per il commissario Ricciardi
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Intermezzo
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Il mio assassino
Valutazione Utenti
 
4.5 (1)
La vita a volte capita
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Il dio dei boschi
Valutazione Utenti
 
4.0 (2)
Il sistema Vivacchia
Valutazione Utenti
 
4.5 (1)
Il passato è un morto senza cadavere
Valutazione Utenti
 
4.3 (2)
La mano dell'orologiaio
Valutazione Utenti
 
4.3 (1)
L'ora blu
Valutazione Utenti
 
4.5 (1)
Malempin
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Morte in Alabama
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
La città e le sue mura incerte
Valutazione Utenti
 
3.0 (1)

Altri contenuti interessanti su QLibri

La compagnia degli enigmisti
Il mio assassino
Demon Copperhead
La stagione degli amori
Il dio dei boschi
La città e le sue mura incerte
Per sempre
La terra d'ombra
In questo piccolo mondo
Lo spirito bambino
Sirene
Giorno di vacanza
Génie la matta
Mattino e sera
Eden
L'anno che bruciammo i fantasmi