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La ragazza dei colombi
“Con il taglio della mano mi diede un colpo sul ginocchio che mi fece andare la gamba in aria per la sorpresa e mi disse che se volevo essere sua moglie dovevo cominciare a trovare bello tutto quel che a lui sembrava bello. Mi fece una lunga predica sull’uomo e sulla donna e i diritti dell’uno e i diritti dell’altra, e quando mi riuscì di interromperlo gli chiesi:
“E se una cosa proprio non mi piace?”
“Ti deve piacere, perché tu non capisci niente””.
Mercè Rodoreda ci riporta a Barcellona, precisamente nella Piazza del Diamante, dove tutto ha inizio.
Natàlia, ma per molti Colombetta, è la protagonista di questo romanzo, una ragazza, poi donna, in balia delle emozioni che non riesce a esternare, e per questo la sua vita è condizionata dalle scelte degli altri.
Amata dalla madre, alla sua morte cercherà di ritrovare quel calore che gli manca. Un marito autoritario, un padre assente, la guerra e soprattutto i colombi, metteranno a dura prova la semplice e ingenua ragazza.
“Mi costò fatica rialzare la testa, ma a poco a poco tornavo alla vita dopo aver vissuto nel fosso della morte”.
Dopo Cecilia di “Via delle Camelie” anche Natàlia mi ha conquistato. La sua ingenuità insieme alla scelta dell’autrice di utilizzare un linguaggio molto semplice, rendono questo libro un piccolo capolavoro. A differenza di “Via delle Camelie”, qui la guerra è più presente.
Per concludere, oltre a consigliarlo, voglio riportare le parole che ho trovato nella nota di lettura a cura di Sandra Cisneros che secondo me rispecchiano l’autrice:
“Mercè Rodoreda scrive di sentimenti, di personaggi così impietriti o sopraffatti dagli eventi da non avere nient’altro che le emozioni per comunicare”.
Buona lettura!!!
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