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Identità smarrite
In un giorno impensato, se non nei propri desideri latenti, avvolto miseramente dal peso degli anni e da un senso di precarietà, si manifesta una possibilità, abbandonare l’ acciaccato presente in nome di una neo giovinezza, entrando nel corpo di un venticinquenne, scelto secondo i propri gusti, guidato da una narcisistica essenza ma con l’ esperienza e la saggezza della mente di un sessantacinquenne.
Il protagonista, Adam, scrittore in piena crisi di identità, si sta avvicinando al tramonto di una esistenza svoltasi troppo in fretta. Stanco e malato coglie al volo l’ incredibile opportunità e per sei mesi si crogiola sulla giostra di questo nuovo corpo in affitto.
Eccolo concentrato sull’ oggi, votato al piacere, a rinnovate ed inconsuete esperienze, circondato da aspiranti ammiratrici adoranti, l’ intero mondo ai suoi piedi.
Quale lo scopo della nuova giovinezza? Non è forse questa la perfezione umana, l’ amore per una molteplicità di vite, il possedere denaro, maturità, un po’ di energia fisica, ed una volta tornati nel vecchio corpo i propri valori saranno gli stessi?
In verità la sua mente ragiona come quella di un sessantacinquenne, le emozioni da tempo mutate in sentimenti, vecchie esperienze di vita, nostalgia del passato, con una moglie che ama ed alla quale vorrebbe essere vicino.
In lui si insinuano senso di inadeguatezza, dubbi e paure, riflessioni profonde e certezze consolidate, di certo la propria transitorietà ha reso possibile vita e sentimenti.
In realtà non ha bisogno di più amore, ma della capacità di amare perché ci sono poche cose più ridicole del narcisismo di mezza età ed il potere del desiderio è in grado di trasformare il suo corpo ed il modo in cui gli altri lo vedono.
Non che la bellezza, o la vita, significhino molto, se ti trovi solo in una stanza e di certo la vecchiaia, in se’, non è una malattia.
Adam scopre di non avere il tempo di essere una persona nuova, nel frattempo, in attesa del ritorno, gli manca la sua vecchia vita, ma è tardi per lasciare il limbo irreale e pieno di ansie dell’ oggi, straniero sulla terra, un nessuno ed un niente, senza un luogo, un unico corpo, condannato a ricominciare, nell’ incubo della vita eterna.
Un romanzo che scorre velocemente, una leggiadria di toni e misure per una idea interessante ma che oggi mi pare anacronistica.
Il presente ci mostra corpi votati a giovinezza ed immortalità, modificati, distorti, artefatti, ringiovaniti, semplici cornici di immaturità, senza alcuna profondità sentimentale, sovente alla deriva emozionale, imprigionati idealmente e fisicamente in una idea di eterna giovinezza.
La seconda parte del testo è una raccolta di racconti, alcuni interessanti, che sviscerano relazioni intrafamigliari, complicati rapporti padri-figli, solitudini trascinate, madri egocentriche fagocitanti o lontane, figli abbandonati e contesi con un presente assai incerto, coppie allo specchio in una reciproca dissolvenza.
La chiave narrativa scoperchia un senso di inadeguatezza accompagnato da una inguidabile e lacerata emotivita’, perfetti sconosciuti che, all’ interno di nuclei famigliari consolidati o rarefatti, ricercano senso e comunanza, un equilibrio affettivo disperso o mai nato, incomunicabilità del presente con radici lontane.
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