Dettagli Recensione
Avventura e libertà
Siamo nella metà del 1800 e la protagonista, Eliza, è un orfana accolta, neonata, dalla ricca famiglia Sommers che, dall’Inghilterra, dopo uno scandalo, si è stabilita in Cile. La routine delle sue giornate è caratterizzata dall’alternarsi di due culture: quella forzatamente tradizionalista della madre adottiva, Rose, una donna che nega la sua indole passionale per non turbare la rispettabilità della famiglia ben inserita nell’ambiente altolocato di Valparaiso, e quella magica degli Indios tramandatale dalla domestica Mama Fresia. Da adolescente Eliza si innamora a prima vista di Joaquin e si concede alla passione, dimentica dei consigli sia di Rose che di Mama Fresia. Quando scoppia la corsa all’ora in California, Joaquin abbandona tutto in cerca di fortuna; dopo due mesi, Eliza, accortasi di essere incinta e decisa a inseguire quello che crede essere il suo grande amore, si imbarca clandestinamente su un veliero aiutata da un guaritore cinese, Tao, che prende a cuore la sua sorte. Arrivata miracolosamente in California, dopo aver perso il bambino e aver rischiato di morire, si ritrova a lottare per la sopravvivenza, travestita da ragazzo, dapprima insieme a Tao, poi da sola, alla ricerca vana dell’amante, confrontandosi, per la prima volta, con se stessa, con le infinite possibilità e con la libertà sconfinata che l’America le prospetta.
La figlia della fortuna è un romanzo d’avventura di godibile lettura, in cui la caratteristica che mi è piaciuta di più è l’intreccio delle storie personali dei personaggi, tutti interessanti e ben delineati. La scrittura è elegante e scorrevole, mai pesante. Luoghi, persone, vicende, sono descritti con spontaneità e precisione, ed è ben curata l’ambientazione storica. Nel complesso interessante e avvincente, mi ha deluso solo il finale che ho trovato frettoloso e non compiuto; avrei voluto sapere di più