Dettagli Recensione
Stile comunista?
Romanzo dalla storia editoriale nota, censurato in patria, osannato nel mondo, viatico per un Nobel, a mio avviso meritato. È un romanzo imperfetto eppure bellissimo, perfetto compendio di vita e di storia, sintesi di queste arcane forze motrici la cui mobilità non è dato scorgere nel suo divenire, venendo invece a palesarsi in un breve attimo, quello capace di rendere consapevoli dei cambiamenti.
Si poggia su un nutrito e complesso sistema di personaggi, ruota però intorno al suo protagonista, vera forza centripeta. Si può provare un senso di smarrimento rispetto alla gestione di questi personaggi anche perché l’autore nella prima parte del romanzo li presenta, li mette in scena, li fa interagire fra di loro e ne intreccia le relazioni presenti e gli sviluppi futuri per poi tirare sapientemente le fila, regista mirabile, nella seconda parte. Un altro scoramento nel lettore può derivare anche dalla ripartizione interna delle due parti, suddivise in grandi sottosezioni a loro volta scandite da brevi capitoletti che possono giungere anche al numero trenta. Eppure, proprio questa struttura permette di superare la prima parte per immergersi poi nella seconda, stupenda, incalzante, decisiva.
È la storia personale di Jurij Andrèevic Živago, un uomo dentro la Storia, con la Storia, contro la Storia, inghiottito da essa e sputato, vuoi per il suo sapore disgustoso, vuoi per la sua essenza indigesta. Un orfano di padre ricchissimo , caduto in disgrazia e morto suicida; entra in scena bambino quando gli sta morendo la madre, cresciuto grazie allo zio che gli instilla un certo tolstoismo, una matrice pacifista, uno spirito indipendente e avulso da ogni velleità rivoluzionaria. È il racconto della sua evoluzione come uomo fuori e dentro la Storia, da essa segnato e forse anche vinto, dei suoi grandi amori, impossibile ridurre tutto a Lara, della sua passione per la scrittura, del suo slancio creativo disperso nel nulla storico, della sua misera fine e della sua bella vita.
La realtà storica è quella che vede svanire i sogni utopici, tramutati in abominevoli e cruente violenze, senza che si riesca a fermare l’apparente immobilismo della Storia stessa: le prime barricate del 1905, la guerra mondiale, la rivoluzione, la guerra civile. Si vive storditi nella grandezza storica del momento, incapaci di aderire al nuovo stile, lo stile comunista. Tutto è cambiato, soprattutto per chi dall’agiatezza è sprofondato nella miseria più nera, come gli altri, come tutti. Qualcuno nel frattempo sogna invece di fare la Storia, ma nessuno fa la Storia, nessuno la può fare, ci si ritrova solo in mezzo. Intanto la Natura segue i suoi ritmi, supera le stagioni, ne insegue delle altre, e su tutte trionfano i rigidi inverni, impietosi o le brevi primavere incapaci di far maturare un germe di grano e la terra è rotta, sconquassata, attraversata da lupi famelici. Quale forza può far sopravvivere un uomo in tali circostanze, se non viene ucciso dalla più pericolosa minaccia che altro non è se non la razza umana?
Semplice! L’amore.
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Commenti
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Ho imparato che, per i miei gusti, letteratura e cinema non solo vanno ognuno per la propria strada, ma sia preferibile non cercarvi collegamento alcuno, per me non sapere addirittura che ci siano nessi.
Infanzia;
scintilla d'amore;
matrimonio e carriera medica;
chiamata alle armi;
sfacelo totale delle certezze sociali;
fuga da Mosca;
prigionia presso i partigiani;
lunghe assenze;
lunghi viaggi...in treno per la sconfinata Russia, a piedi;
predisposizione fedifraga...eppure non disturba ( è l'unico uomo della letteratura che in questa veste non mi ha disturbato; in realtà non ne ricordo altri; a questo gli perdono tutti)
STOP STOP STOP
Strano non ti abbia lasciato alcun ricordo...
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Sei riuscita a suscitare e rinnovare la mia curiosità verso un titolo che è da anni fermo nella solita posizione nella mia libreria, ma che prima o poi leggerò anche grazie al tuo commento.