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Umane incertezze e desiderio di altro...
In una intervista Bernard Malamaud dichiarò: “ …. sono americano, sono ebreo, ma nella mia vita c’è’ molto di più del mio essere ebreo. Io scrivo per tutti coloro che vogliono leggere “….Ed inoltre…” il romanzo “ Il commesso “ è ispirato soprattutto alla vita di mio padre, al suo lavoro di droghiere, se non necessariamente alla figura di mio padre”…
Una iniziale connotazione autobiografica e religiosa, rappresentazione di se’ e del proprio mondo, per approdare ad altro, in primis a quell’ amore sconfinato per letteratura ed insegnamento, passioni di una vita e sguardo allargato ad abbracciare essenza e fragilità della condizione umana e ad oltrepassare ciò da cui tutto ebbe origine.
Trama ed intrecci del romanzo abbracciano la sfortunata esistenza del commerciante Morris Bober, uomo onesto e buono, ebreo nella espressione quotidiana di se’, affranto per tutta la vita dalla certezza di averla sprecata e da una condizione di povertà, impossibilitato ad offrire una esistenza dignitosa alla propria famiglia, inseguito ed oltraggiato da un destino crudele, dalla malasorte e dalla propria ingenua passività e benevolenza, sepolto per sempre nel proprio negozio.
La sua condizione da sempre lo ha illuso di potersi fidare ed affidare ad ambigue e losche figure, in primis a Frank Alpine, un vagabondo di origine italiana insinuatosi subdolamente nel suo negozio e nella sua famiglia condizionandone ed indirizzandone i destini con alterne fortune consegnandosi all’amore sofferto per la giovane e tormentata Helen, figlia di Bober.
Un intreccio narrativo costruito su relazioni interpersonali e tratti caratteriali specifici in una comunanza di essenza e desiderio per un destino al quale i protagonisti si ribellano ma che puntualmente ritorna.
Una realtà malinconicamente presente e descritta nell’ incedere quotidiano, velata di ironia, solitudine, sofferenza, un passato ed un presente di stenti, l’ incertezza del vivere, la miseria, ma anche sogno, speranza, volontà di riscatto.
Una trama umanamente profonda con una sensibilita’ stupefacente, indubbiamente tragica e con tratti paradossalmente comici, uno stile essenziale, realistico, scarno a rappresentare disuguaglianze e separazioni che si fanno condivisione e senso di appartenenza a dispetto di istanze e precetti socio-religiosi.
Ed allora è più importante conservare ideali di fede o avere ideali comuni, tenersi il meglio di se’ o ravvivare l’ amore nelle proprie esistenze?
In ciascuno dei protagonisti convive un duplice se’, tratti di sensibilità e fragilità estrema, sospensione del desiderio, illusione e speranza, inseguiti dal proprio passato e da una coscienza che ossessivamente ritorna ma che stenta ad affermarsi, sospesi tra inganno e onestà, confessione e silenzio, salvezza e perdizione.
Un dubbio pervade l’ opposizione e complementarietà bene-male insita nell’ umano agire ed una conversione religiosa ( quella di Frank ) avvenuta per amore, riparazione di un danno, espiazione di una colpa, o essenza accompagnata dalla coscienza di una sofferenza divenuta propria.
Un filo comune che segue vicende e tragicità supera l’ egocentrismo per identificarsi con l’ altro, semplice essere umano guidato da passioni e desideri e dalla propria fragile istintualita’.
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