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Le sorelle Donguri
 
Le sorelle Donguri 2018-07-06 16:55:04 Chiara77
Voto medio 
 
4.0
Stile 
 
5.0
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3.0
Piacevolezza 
 
4.0
Chiara77 Opinione inserita da Chiara77    06 Luglio, 2018
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Ogni cosa è collegata alle altre

“Tutti sono convinti che i problemi siano qualcosa di personale, ma, nell'immensità che ci circonda, è più inquietante pensare a come ogni cosa sia collegata alle altre. Ecco perché in tanti preferiscono scrivere a noi anche se hanno già qualcuno accanto. Vogliono avere la certezza che lanciando un sassolino in questo oceano così vasto potranno vedere comunque i cerchi nell'acqua. Vogliono sapere che dall'altra parte c'è qualcuno, anche se si tratta di qualcuno che non potranno mai vedere.”

Guriko e Donko sono due sorelle che hanno sofferto tantissimo durante l'infanzia e l'adolescenza. Adesso, all'età di circa trent'anni, hanno aperto un sito internet dove ricevono e rispondono a mail di persone sconosciute che chiedono un consiglio, confidano un problema o uno stato d'animo.
La voce narrante appartiene a Guriko, la sorella minore, che si occupa a tempo pieno del sito e gestisce la casa, mentre ricerca faticosamente pace, serenità ed equilibrio interiore. La sorella maggiore, Donko, è invece più eccentrica, meno propensa all'interiorizzazione delle esperienze; ha un lavoro nella redazione di una rivista femminile ed una spiccata tendenza ad innamorarsi. Non vuole sposarsi o costruire relazioni stabili però, è attratta soltanto dalla fase iniziale delle storie d'amore, dopodiché perde tutto l'interesse. Le due sorelle sono unite da un passato difficile e da un profondo legame che i genitori si immaginavano già per loro prima che nascessero: decisero infatti, alla nascita della prima figlia, di darle la metà del nome Donguri (castagna in giapponese), mentre l'altra metà del nome l'avrebbero data alla sorellina, che sarebbe nata un paio d'anni dopo.
Guriko sta attraversando un momento particolare, esce raramente, non ha una vera e propria vita sociale, ma vive intensamente una spiccata sensibilità. Riesce ad essere in contatto con la propria parte interiore più profonda e sommersa, che si manifesta nelle sensazioni, nei ricordi, nei sogni.

Siamo di fronte ad un breve romanzo delicato ed introspettivo: lo stile di Banana Yoshimoto è lieve nel descrivere situazioni dolorose e complicate. Ognuno vive cercando di tirare avanti meglio possibile, affrontando lutti, abbandoni, incomprensioni inevitabili. Ma nessuno è completamente isolato dagli altri, anzi, siamo tutti collegati da una rete di sentimenti ed emozioni: quello che provano gli altri, quello che accade a chi ci ha voluto bene ha un effetto che ricade su di noi.

“ Una persona muore e fa un cerchio sull'acqua che si allarga a includere chi gli sta intorno. Ciascuno di noi occupa una porzione di spazio in questo mare enorme che è la somma di tutte le nostre anime, ed è uno spazio uguale per tutti.”

Una lettura che induce alla meditazione ed all'introspezione. Una storia sussurrata che lascia nell'aria una miriade di pensieri e riflessioni.

“Di tanto in tanto penso a tutti gli uomini straordinari che lasciano questo mondo senza scrivere libri, senza andare in tv, senza quasi mai raccontare le proprie idee ed esperienze. Mi immagino la loro interiorità come qualcosa di limpido, simile a un lago dalla superficie cristallina che, al momento della morte, li inghiotte serenamente, in armonia. La laboriosità delle loro vite è controbilanciata dalla quiete con cui il cielo li prende con sé. Le loro mani rugose e piene di graffi, le carni esauste e raggrinzite sfumano con grazia. Come una piante che si secca conservando la propria bellezza, se ne vanno senza lasciare ombre.”

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