Dettagli Recensione
Tipico humor inglese
La prima volta che lessi Tre uomini in barca fu ai tempi della scuola elementare. All'interno dell'edificio vi era una biblioteca e circa tre volte all'anno le maestre chiedevano a ognuno di noi di scegliere un libro e di leggerlo. Ognuno poteva scegliere ciò che più lo ispirava e io puntavo sempre sui classici: Moby Dick, Ventimila leghe sotto i mari, Piccole Donne eccetera. Poi un giorno mi capitò tra le mani proprio Tre uomini in barca e fu amore a prima lettura. Pur avendolo letto numerose volte da allora la mia opinione a riguardo non è mai cambiata.
Il libro narra delle vicende di J. Harris e George alle prese con un viaggio in barca sul Tamigi. Con questa frase ho descritto la storia dall'inizio alla fine. Non ci sono colpi di scena o finali a sorpresa, il libro è tutto qua. La storia viene poi condita da numerosi aneddoti, ricordi di avventure passate e ricche descrizioni storiche e paesaggistiche (residui della forma originale del libro, il quale era nato come guida turistica piuttosto che come romanzo di narrativa). Alcune descrizioni risultano essere esageratamente prolisse, ma possono essere tranquillamente saltate. Le parti comiche sono ben fatte, mai sopra le righe o volgari, basate principalmente su equivoci e sulle situazioni ridicole-disastrose che si vengono a creare durante il viaggio. E' comunque un libro scritto più di 100 anni fa, quindi è più che comprensibile se questo tipo di umorismo non è di gradimento a molti. Io stesso non sono scoppiato in fragorose risate a ogni pagina, ma a distanza di anni lo rileggo comunque con piacere e sempre col sorriso.
Tre uomini a zonzo lo lessi tanti anni fa e non lo rilessi più, non è al livello del primo.