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Il bambino scambiato
 
Il bambino scambiato 2018-06-15 19:54:46 annamariabalzano43
Voto medio 
 
3.0
Stile 
 
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Contenuto 
 
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Piacevolezza 
 
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annamariabalzano43 Opinione inserita da annamariabalzano43    15 Giugno, 2018
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Chiederò perdono per essermi nutrito di menzogna.

“Chiederò perdono per essermi nutrito di menzogna. […….] Ma neanche una mano amica! E dove attingere un soccorso?” È con Arthur Rimbaud che si identifica uno dei due protagonisti del romanzo di Kenzaburo Oe, “Il bambino scambiato”. È l’arte come finzione e menzogna che è al centro dell’opera di Goro, regista di successo, e di quella di Kogito, romanziere insignito del premio Nobel.
Ma non sono solo le citazioni tratte da “Une saison en enfer” che riportano al grande poeta maledetto quanto gran parte dell’atmosfera che si respira nel romanzo, quella narrazione ondivaga di anime sperdute su un bateau ivre. E se a Rimbaud si fa riferimento per rappresentare il viaggio dei personaggi attraverso il mistero della vita, alla ricerca di una verità rassicurante, è a Chagall che viene spontaneo pensare per quelle immagini che ci conducono in una dimensione onirica e lieve, priva di gravità. Il tentativo di Kogito, nome simbolico di cartesiana ispirazione, di rimanere in contatto con l’amico Goro, che si è lanciato in un estremo volo per chiudere la sua esperienza terrena, si effettua attraverso l’ascolto di una serie di cassette registrate dall’amico, contenenti ricordi del passato. Kogito interagisce con l’amico scomparso, con l’intento di stabilire un contatto con il mondo “outside overthere” .
Questo sembra essere il tema centrale del romanzo: tenere vivo il contatto con il mondo scomparso, anche a costo, come si evince dalle parole della mamma di Goro, di partorire nuovi figli per sostituire quelli defunti, non senza trasmettere loro tutte le esperienze e le conoscenze del bimbo defunto, in un ciclo ininterrotto di vita. In questa prospettiva si chiarisce la funzione misteriosa del changeling.
Un testo non semplice, ricco di riferimenti alla cultura occidentale e alle leggende dell’antico Giappone.

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Commenti

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Dal tuo bel commento, Anna Maria, parrebbe trattarsi di un libro assai interessante. Le stellette attribuite attestano il livello di un libro non imperdibile.
Ciao Emilio. Si tratta di un premio Nobel , dunque probabilmente le mie tre stellette non sono significative. Devo tuttavia ammettere che a me non è piaciuto moltissimo. Non posso negare che si tratta di un autore di grande cultura, ma forse quello che traspare fortemente della cultura asiatica non è proprio nelle mie corde.
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